31 ottobre 2013

Maglie storiche - Atalanta 1987

L'Atalanta di Stromberg dalla Serie B raggiunge addirittura le semifinali di Coppa delle Coppe 1987/88 contro i belgi del Mechelen poi vincitori del torneo

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10° giornata in pillole - I Derby dei colori

Atalanta-Inter 1-1 Il derby tutto nerazzurro apre il turno spezzatino infrasettimanale: l'Inter deve sfidare il tabù Bergamo-Denis, con una vittoria che manca dal 2008 e manca anche nel 2013. Apre le marcature Ricky Alvarez su sponda di testa di Palacio, con palla che passa tra le gambe di un difensore atalantino e batte Consigli. Il pari è raggiunto qualche minuto più tardi con Denis che sovrasta di testa, in un derby tutto argentino con Samuel, il difensore interista e batte Handanovic che poi riesce anche a farsi male da solo. 1-1, pioggia a catinelle e forse pochi contenti del risultato, soprattutto a Milano; il Team Mazzarri è ancora in rodaggio e soprattutto spuntato visto che forse perde anche Icardi per infortunio. AAA Milito cercasi.
Cagliari-Bologna 0-3 Derby rossoblu. L'effetto bentornati-a-casa è già svanito e forse Cellino chiederà di tornare a giocare a Trieste. Il Cagliari non ne imbrocca una giusta e ne prende addirittura 3 da un Bologna che fino a domenica scorsa in campionato aveva solo fatto disperare Pioli e tifosi. Nonostante l'assenza di Diamanti, il Bologna espugna il Sant'Elia, portandosi in vantaggio con Garics (proprio lui!) dopo una maldestra respinta di Agazzi. Lo 0-2 è firmato da Capitan Konè, che per una volta decide di non segnare in mezza rovesciata, appoggiando la palla nell'angolino. Lo 0-3 è quasi immediato e lo segna Pazienza, insaccando di testa una punizione calciata dalla trequarti, con la difesa del Cagliari che forse stava decidendo i posti a tavola per la cena. AAA concentrazione cercasi.
Fiorentina-Napoli 1-2 Il match più atteso di giornata regala emozioni e polemiche, ma c'è poco da fare, il Napoli là davanti ha dei ragazzi terribili. Illumina la partita il cross d'esterno di Higuain per il bel diagonale al volo di Callejon, che mi fa chiedere perchè non se lo siano tenuti al Real invece che spendere mille mila milioni di euro per Bale. La Viola agguanta il pari su rigore per qualche sportellata in area partenopea, ovviamente calciato da Giuseppe Rossi. Neanche il tempo di esultare, che Cuadrado rischia di far vedere i sorci verdi agli azzurri, colpendo il legno subito dopo. Ma bisogna fare i conti con la voglia di conquistarsi una maglia da titolare di Mertens in una trequarti affollata di talenti emergenti che non schierava nemmeno Hamsik. Scambio veloce, incursione in area e diagonale mancino nell'angolino, con Neto che non può che restare a guardare. Coronamento del match, giusto per aizzare un po' le polemiche, che ultimamente in casa Fiorentina non mancano mai, il rosso per simulazione (rigore netto) a Cuadrado che a dire di Montella, caso strano verrà squalificato contro il Milan; come se per battere il Milan ci volesse un'impresa. Discutibili.
Genoa-Parma 1-0 Pronti via e calcio di rigore. Da buon ex Gilardino lo sbaglia, giusto per non affrettare il match e gustarselo con calma fino alla fine. Il Parmellona che aveva matato il Milan domenica si presenta a Genova in punta di piedi e torna a casa nello stesso modo. Senza Bolt Biabiany con Palladino in coppia con Cassano, segnare diventa un'impresa mastodontica e giustamente nessuno si osa sconfessare le attese. Infatti per risolvere il match ci vuole il solito colpo di testa del solito Gilardino a inizio secondo tempo. E per ora a Gasp va bene così.
Verona-Sampdoria 2-0 Boh, ci si chiede come mai questo Verona sia arrivato solo ora in Serie A. 19 punti in classifica, quinta posizione, continua a vincere e a convincere. Nonostante sia odiato da tutti in A, si decide di fare un Social gemellaggio coi tifosi della Samp. Forse come azione preventiva per mazzuolare per bene anche la loro squadra e tornare a casa tutti col sorriso. Il risultato è che Juanito apre le marcature a inizio ripresa su assist di Toni e lo stesso Toni le chiede a una decina di minuti dal termine, insaccando un diagonale dopo aver regalato al pubblico un maestoso liscio in stile Gialappa's. Avanti un altro.
Juventus-Catania 4-0 Il nuovo Catania di De Canio vuole partire bene e cosa c'è di meglio che sfidare una Juve incarognita? Certo, se i giocatori si fossero resi conto di giocare contro Tevez e compagni invece che contro il Siena, forse poteva essere di aiuto. Due gol tempo bastano per regolare un Catania che quest'anno è veramente irriconoscibile e ieri è sembrato anche abbastanza sfortunato negli episodi. Il primo gol è di Vidal con un tiro da fuori deviato da Guarente; il secondo è una punizione di Pirlo che batte un Andujar posizionato a casaccio nella porta e palla che si insacca centralmente su una punizione calciata di destro da destra, mah. Terzo gol firmato Tevez dopo un rimpallo che favorisce Llorente e Apache che mette a sedere ancora il portiere argentino. Quarto gol di Bonucci su azione d'angolo battuto da Giovinco che scambia con un compagno, vince il rimpallo con un difensore rossazzurro e appoggia dietro per il facile tocco del difensore bianconero, che stranamente si aggirava in area sotto il limite di velocità consentito. Sforuna o più semplicemente moscerìa del Catania che non vince un rimpallo manco a pagarlo e rende tutto troppo facile alla Juve. Magari l'anno prossimo ci sarà davvero il Siena come avversario.
Livorno-Torino 3-3 Derby granatamaranto, che fondamentalmente sono lo stesso colore ma lo chiamano in modo differente tra Toscana e Piemonte. Derby accesissimo, perchè in men che non si dica, il Torino è addirittura in vantaggio 0-2 nel giro di 8'. Inizia tutto con il gol di Immobile, lesto a insaccare un cross dalla destra di Cerci. Poi tocca a Glik insaccare di testa un calcio d'angolo. Riapre la partita il gol di Paulinho, identico a quello siglato da Immobile e il Livorno raggiunge il pari già alla mezz'ora con il sinistro piazzato di Greco dal limite dell'area dopo il velo di un compagno. Siccome la partita non era stata abbastanza divertente fino a quel punto, Emerson si inventa un capolavoro che fa sobbalzare gli spettatori: supera la metà campo, doppio passo e dalla trequarti scaglia un sinistro sotto l'incrocio. Gol da sigla televisiva e Torino che sprofonda tra le amarezze di Ventura. Nel finale la parata di un difensore amaranto concede il rigore a Cerci che spiazza Bardi e consegna il pari che alla fine sta stretto a tutti. Mal comune mezzo gaudio.
Milan-Lazio 1-1 Ci si aspettava una partita moscia, vista la forma smagliante delle due squadre e per fortuna non sono state tradite le attese. Primo tempo senza verve, con il Milan che gioca anche benino, e che forse reclama per un rigore su Balotelli, se ciò non scatenasse un problema politico ogni volta che tocchi palla. Hernanes è la controfigura di se stesso e la Lazio fatica a ingranare e il primo tempo si chiude senza emozioni, tranne un paio di occasioni sciupate da Kakà. Ma questa è la sua giornata perchè dopo averci provato senza successo, Ricky trova un giro sul secondo palla che lascia San Siro a bocca aperta e fa quasi pensare a una rinascita della squadra. Emozioni che però si bloccano sul nascere, perchè tra la stanchezza di una squadra convalescente e la pochezza tattica dimostrata, il Milan lascia spazio al finto arrembaggio finale della Lazio che trova il pari con Ciani di testa, servito da Candreva. Fischi finali, direi per entrambe e rimonta in classifica rimandata, se ci sarà.
Sassuolo-Udinese 1-2 Il Sassuolo ha iniziato a respirare un po' di più dopo l'apnea delle prime giornate ma tirare il fiato è sempore pericoloso. Si comincia con il rigore all'Udinese per un atterramente in area neroverde piuttosto comico su Basta, della battuta se ne occupa ovviamente Di Natale che segna il milionesimo gol in A. Gli emiliani però ci provano e trovano il pari con Zaza dopo un lancio da distanza siderale della retroguardia del Sassuolo e Naldo che si addormenta permnettendo all'attaccante ex Ascoli di anticiparlo e battere Brkic. Finalmente Muriel! Il colombiano nel secondo tempo trova un bel tiro a giro dal limite dell'area e riporta in vantaggio i friulani che nel finale si trovano anche in superiorità numerica perchè proprio Zaza si fa anche espellere. Gioia e dolori.
Roma-Chievo Verona stasera Partita perfetta per testare il carattere della squadra di Garcia: un record da battere, la sfida all'ultima in classifica e la tranquillità di giocare dopo che tutti hanno già giocato. Riusciranno i nostri eroi clivensi a contrastare il gigante giallorosso? Tutti in sella al proprio destriero.

La frase del giorno - 31 Ottobre 2013

"Pirlo è un leader silenzioso, parla coi piedi"
Marcello Lippi

30 ottobre 2013

Allenatori da giocatori - Jurgen Klopp

Il vulcanico Jurgen Klopp è diventato, da allenatore, un'autentica icona del Borussia Dortmund, ottenendo successi e coltivando un gruppo di giovani che si sono affermati come fuoriclasse a livello nazionale e internazionale. La sua storia comincia però a Magonza, dove da giocatore fu un'autentica bandiera per la società biancorossa. Giocando ininterrottamente nel Mainz 05 dal 1989 al 2001, 338 presenze e 52 gol, il suo fisico statuario (1 metro e 93) lo fece imporre prima come attaccante (non molto prolifico) e poi come difensore sulla fascia destra verso la metà della carriera. Con lui in campo, il club della Renania ha sempre militato nella 2.Bundesliga, la Serie B tedesca, quindi la bacheca di Klopp da giocatore è sostanzialmente vuota. Sarà proprio lui, una volta dismessi i panni da giocatore, a portare il Mainz in Bundesliga come allenatore, guadagnando la promozione nella stagione 2003/04. Allenò la squadra tedesca dal 2001 al 2008, quando arrivò sulla panchina del Borussia Dortmund, la sua squadra attuale, dove ha già vinto 2 volte il titolo, una Coppa di Germania e una Supercoppa.

Carriera da giocatore (fonte Wikipedia):
1990-2001Magonza Magonza325 (52)

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Allenatori da giocatori - David Moyes

David Moyes, eletto successore di Sir Alex Ferguson al Manchester United dopo il suo ritiro, è stato un difensore scozzese che militò tra Scozia e Inghilterra. La strana storia del Moyes calciatore nasce addirittura in Islanda, dove a 18 anni si trasferì per giocare nelle giovanili dell'IBV. Dopo un anno tra i ghiacci di un villaggio di pescatori, il ritorno in Scozia e nel 1980 l'esordio in Premier con il Celtic. Giocò principalmente da difensore centrale anche se la sua parentesi biancoverde non fu di primo piano, riuscendo comunque a vincere un campionato. Il trasferimento a Cambridge fu caratterizzato dalle aggressioni del suo compagno di squadra Roy McDonough a causa del suo credo religioso, che a suo dire lo distraeva dal calcio giocato. Al termine di un girovagare di squadre, Moyes trovò la sua dimensione definitiva al Preston North End, giocando per 5 anni, fino alla fine della sua carriera. Proprio a Preston comincerà la sua carriera di manager/allenatore della squadra, che lo porterà nel 2002 all'Everton, diventandone il coach per ben 11 anni, prima che si liberasse il trono di Ferguson.

Carriera da giocatore (fonte Wikipedia):
1980-1983Celtic Celtic24 (0)
1983-1985Cambridge Utd Cambridge Utd79 (1)
1985-1987Bristol City Bristol City83 (6)
1987-1990Shrewsbury Town Shrewsbury Town96 (11)
1990-1993Dunfermline Dunfermline105 (13)
1993Hamilton Acad. Hamilton Acad.5 (0)
1993-1998Preston N.E. Preston N.E.143 (15)

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La frase del giorno - 30 Ottobre 2013

"Io sono sinistro, tutto sinistro: di piede, di fede, di cervello"
Diego Armando Maradona

29 ottobre 2013

Maglie storiche - Manchester City 2002

Il ManCity torna definitivamente in Premier League dopo anni di saliscendi dalla First Division e questa stagione è anche l'ultima giocata da Marc-Vivien Foè prima della sua scomparsa

Allenatori da giocatori - Francesco Guidolin

L'attuale allenatore dell'Udinese, Francesco Guidolin, che ha saputo ottenere ottimi risultati in Friuli grazie alla sua grinta e alla sua tenacia, da giocatore non era propriamente ricordato per queste stesse caratteristiche. Centrocampista dotato di un'ottima tecnica ma un fisico esile e una scarsa intraprendenza, trascorse gran parte della sua carriera agonistica al Verona. Esordiente in Serie A col maestro Cadè nel 1975/76 non riuscì a diventare a tutti gli effetti un titolare dei gialloblu, venendo girato anche in prestito, fino alla retrocessione in B del Verona, che gli garantì più spazio. Una volta conquistata la promozione in A, il suo posto venne insidiato da Dirceu e così, nonostante l'opposizione del tecnico Bagnoli, Guidolin venne nuovamente ceduto in B, al Bologna stavolta. Fu praticamente la fine della sua avventura scaligera, perchè dopo l'annata rossoblu, il ritorno a Verona fu coronato da due sole presenze e l'anno successivo il definitivo passaggio a Venezia, dove chiuse la sua carriera. Sarebbe potuto essere essere un giocatore di una prospettiva ben migliore di quella che effettivamente realizzò, ma il destino a volte non è sempre come ce lo si immagina. Francesco Guidolin in ogni caso ha saputo prendersi le sue rivincite alla guida tecnica del Vicenza delle meraviglie, semifinalista di Coppa delle Coppe e vincitore di una Coppa Italia e attualmente portando ripetutamente l'Udinese ai vertici del Campionato.

Carriera da giocatore (fonte Wikipedia):
1975-1977Verona Verona24 (1)
1977-1978→ Sambenedettese Sambenedettese35 (3)
1978-1979Verona Verona14 (1)
1979-1980→ Pistoiese Pistoiese35 (3)
1980-1982Verona Verona62 (12)
1982-1983→ Bologna Bologna24 (1)
1983-1984Verona Verona2 (0)
1984-1986Venezia Venezia41 (1)
Nazionale
1976-1977Italia Italia U-215 (0)

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La frase del giorno - 29 Ottobre 2013

"Andate fuori su quel campo e divertitevi cazzo, perchè se non lo fate potrebbe non capitarvi mai più"
Brian Clough

28 ottobre 2013

Maglie storiche - URSS 1988

La maglia dell'ex Unione Sovietica con la scritta CCCP sul petto agli Europei del 1988, prima della caduta del Comunismo

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9° giornata in pillole - Povero Diavolo

Sampdoria-Atalanta 1-0 Il palinsesto mondiale del calcio ci regala due big match in contemporanea, così troviamo su un canale Sampdoria-Atalanta e su un altro il Clàsico Barça-Real. Ovviamente la scelta è ricaduta sulla prima, pertanto ecco il riassunto della partita: apre le marcature Neymar, poi sigillo finale di Sanchez prima del gol della bandiera di Jese. Scherzi a parte, tranne quelli allo stadio non credo che qualcuno l'abbia vista, anche a Genova erano sintonizzati su Fox Sports. Per onor di cronaca ha segnato Mustafi (credo giochi nella Samp) su azione d'angolo.
Inter-Verona 4-2 Il Verona ha messo paura un po' a tutti in questo campionato e il pubblico di San Siro temeva già le inguardabili danze di Cacciatore e invece dopo una manciata di minuti e due calci d'angolo l'Inter è già avanti 2-0, prima con una ciabattata di Jonathan deviata, poi tap-in vincente di Palacio in mischia. Polemiche per un gol regolare annullato al volpone Toni, ma la bella incursione di Martinho riapre il match. Non è la giornata giusta però, perchè ancora un azione confusa in area veronese concede l'appoggio facile facile a Cambiasso dopo il palo preso da Nagatomo su un bel tiro a giro. Per concludere al meglio la partita, altro angolo e gol di Rolando. Non ci posso credere! 4-2 finale di Romulo.
Napoli-Torino 2-0 Il pranzo napoletano di questa domenica prevedeva due fettine di Toro alla griglia e il pranzo è servito dal Pipita Higuain che mette a segno due rigori per due falli, il secondo un pochino dubbio, in area granata. Nonostante un Mertens scatenato e due squadre che mostravano una buona forma, non succede molto altro, col Napoli che controlla la partita e il Toro che sembra essere solo Cerci, tra l'altro sostituito nell'intervallo. Matato.
Bologna-Livorno 1-0 Le premesse di questa partita non sono delle migliori. Le squadre affondano in classifica ma stavolta il Bologna si toglie una soddisfazione, la prima di questo campionato. Dopo soli 3' un cross di Cech trova la testa di Crespo che, lasciata per un momento la sua trasmissione su Fox Sports e torna al gol dopo tempo immemore, bravo Hernan! Ci prova anche Diamanti di testa ma Bardi si salva e quando il tempo sta per scadere, bel bolide di Siligardi che rasenta il palo. Finisce 1-0 e per il Livorno sono 4 sconfitte di fila. Dov'è finito l'impermeabile giallo di Spinelli?
Catania-Sassuolo 0-0 Il pubblico attende calorosamente l'ingresso in campo dei giocatori. Di Francesco si aspetta una buona partita, mentre De Canio vuole subito dare una sferzata al campionato molto deludente dei rossazzurri. Ah mi dicono che è già stata giocata, 0-0. Curiosità: i portieri non hanno preso gol, via alla festa!
Chievo Verona-Fiorentina 1-2 La Fiorentina segue le orme del Milan e anche col Chievo decide di concedere un po' di vantaggio agli avversari, lasciandoli segnare indisturbati. Stavolta la sorte ha premiato Cesar che insacca di testa sugli sviluppi di una punizione. Allora inizia il Cuadrado-show: in velocità il colombiano è in grado di fumarsi di tutto e di più, no dai la riscrivo, in velocità il Colombiano se li fuma tutti e mette a segno il pari allo scadere del primo tempo. Nel secondo tempo ci vuole un assist involontario su sponda flipper di Pepito Rossi per lasciare ancora il colombiano da solo davanti a Puggioni e siglare il sorpasso. C'è addirittura il rischio della tripletta ma va bene così. Colombia express.
Juventus-Genoa 2-0 Gasperini da buon ex non ha nessuna intenzione di dar fastidio alla Vecchia Signora così Vidal prova subito a buttar giù la porta colpendo la traversa, sarà ancora la rabbia Real per aver calciato via una zolla del Bernabeu. La Real compensazione però arriva quando Asamoah si infila nella difesa genoana e Biondini fuori area gli toglie il pallone: rigore. Polemiche biscardiane a parte, Vidal segna e la partita in pratica finisce qui. A chiuderla è una bella serpentina di Tevez che batte Perin, stranamente in giornata positiva, forse complice la presenza da spettatore del maestro un centinaio di metri di fronte a lui.
Parma-Milan 3-2 Un Milan tatticamente inguardabile nonostante il new look di Balotelli senza cresta fa visita al Parma degli ex Donadoni e Cassano. Birsa in marcatura su Supermario e Robinho sulla fascia di competenza di Dani Alves per il tridente offensivo. Ecco come si spiega l'1-0 di Parolo, con un'azione nata da un cross di Biabiany che brucia Constant (lo avrebbe superato persino Felipe Massa domenica). Sul finire del primo tempo, azione identica e stavolta è Cassano a trovare lo spiraglio giusto per il 2-0. Dopo 5 minuti della ripresa la rivoluzione: fuori Poli (uno dei migliori, "grazie Allegri" gridano da Parma), fuori Balotelli, per Kakà e Matri. Ecco la svolta, la solita botta di culo alla livornese: traversa di Gargano per il possibile 3-0 e in due minuti partita recuperata con i gol di Matri, sì Matri, alla faccia di chi dopo tutti i 4 in pagella questa settimana l'ha messo fuori al Fantacalcio, e Silvestre su azione d'angolo. Con due gol così la partita poi la devi vincere e invece al 94' punizione da 30 metri, la barriera si apre e nonostante gli improperi di Gabriel, Parolo fa 3-2. Povero Diavolo, che pena mi fai.
Udinese-Roma 0-1 Innanzitutto complimenti all'Udinese per l'iniziativa carina di concedere a un imbianchino qualsiasi di avere il suo nome come sponsor sulle magliette. L'Udinese in versione operaia sembra che stavolta possa mettere in seria difficoltà quella macchina da guerra giallorossa. Dopo pochi minuti palo interno di Muriel, poi il doppio giallo a Maicon sembra il segnale che forse dopo 8 giornate la pacchia è finita anche per Garcia. Di Natale sfiora il palo nel secondo tempo e quando sbagli così il Calcio ti punisce. Finalmente Bradley riesce a farsi fare il finanziamento in Volkswagen e torna a giocare a pallone e a meno di 10' dalla fine trova l'angolino giusto per il definitivo 0-1. Con questa fanno 9 di fila, come Capello alla Juve. Grazie Roma.
Lazio-Cagliari 2-0 La Lazio prova a riprendere il cammino in campionato, dopo la gita a Cipro del giovedì e lo fa col Cagliari nel posticipo della domenica. Il primo tempo resta sugli standard delle scorse partite,  con Petkovic che cerca ancora di distinguere chi siano i suoi giocatori schierati in campo. Nel secondo tempo decide di mettere qualcuno di cui si ricorda il nome e per fortuna quel qualcuno è Klose, così prima segna di testa (era a secco da agosto), poi si procura il rigore (mmm) per fallo di mano in scivolata di Pisano. Candreva lo realizza e allora ecco che comincia la partita del Cagliari, che nel primo tempo era riuscito solo a far sgaloppare Ibarbo qualche volta sulla fascia, ma senza creare pericoli. Finisce così 2-0, l'aquila riprende quota.

La frase del giorno - 28 Ottobre 2013

"Nessuno è come Radamel, è senza dubbio il miglior numero 9 al mondo"
Diego Simeone

25 ottobre 2013

Maglie storiche - Padova 1994

Il Padova nella stagione 1994/95 torna in A dopo 32 anni e si affida alla stella croata Vlaovic e all'americano Lalas

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Allenatori da giocatori - Cesare Prandelli

Cesare Prandelli prima di diventare allenatore di successo con la Fiorentina e col Parma, ora CT azzurro, è stato un centrocampista che ha raggiunto il massimo livello della carriera nella Juventus. Nato nella provincia di Brescia, comincia a muovere i suoi primi passi da calciatore professionista nella Cremonese in serie C, riuscendo a ottenere la promozione in B nel 1976-77. La retrocessione dei grigiorossi l'anno successivo e le sue buone prestazioni gli valgono il passaggio all'Atalanta in seria A. Con i bergamaschi gioca con costanza e Cesare si guadagna le attenzioni delle grandi, in particolare della Juventus. Dopo solo una stagione a Bergamo, infatti, Prandelli passa alla Juventus con la quale vincerà praticamente tutto. Nonostante lo scarso impiego, in 6 anni in bianconero, l'attuale CT dell'Italia metterà in bacheca tre scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Campioni, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea.
Nel 1985 dopo la conquista della Coppa Campioni all'Heysel, decide di tornare a Bergamo, dove resterà fino a fine carriera. Sarà Emiliano Mondonico il suo ultimo allenatore, nella stagione 1989-90, quando Cesare decide di appendere gli scarpini al chiodo. Così come era valsa per la sua carriera calcistica in A, anche la sua carriera di allenatore comincerà proprio da Bergamo, fino ad arriuvare al Cesare Prandelli che conosciamo oggi.

Carriera da giocatore (fonte Wikipedia):
1974-1978Cremonese Cremonese88 (4)
1978-1979Atalanta Atalanta27 (1)
1979-1985Juventus Juventus89 (6)
1985-1990Atalanta Atalanta89 (1)

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La frase del giorno - 25 Ottobre 2013

"Sergio Ramos tagliati i capelli che mi sembri Renato Zero"
Antonio Cassano

24 ottobre 2013

Maglie storiche - USA 1994

La divisa indossata dalla nazionale USA quando ospitò i mondiali nel 1994

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Allenatori da giocatori - Ottmar Hitzfeld

L'attuale CT della Svizzera ed ex allenatore di Bayern e Dortmund, faceva l'attaccante, giocando soprattutto nel Basilea, vincendo due campionati e 3 coppe, riuscendo a guadagnarsi anche il titolo di capocannoniere del campionato elvetico. Giocò anche nella selezione olimpica tedesca alle Olimpiadi di Monaco del '72 con Uli Hoeness, segnando 5 gol in 6 partite. Lo stesso Hoeness che a fine anni '90, General Manager del Bayern, lo assumerà come allenatore. Dopo l'esperienza al Basilea arriva la chiamata dallo Stoccarda nella Serie B tedesca, raggiungendo anche due record per la 2.Bundesliga: 100 gol segnati in una stagione da una squadra e segnare 6 gol in una sola partita. Dopo aver raggiunto la promozione in Bundesliga, torna a giocare nel campionato della sua seconda casa, la Svizzera. Dopo le esperienza con Lugano e Lucerna, a 34 anni si ritira dal calcio giocato per intraprendere la carriera di allenatore, che lo porterà a vincere tra gli altri riconoscimenti, 7 Bundesliga e 2 Champions League tra Dortmund e Bayern.

Carriera da giocatore (fonte Wikipedia):
1967-1971Lorrach Lörrach ? (?)
1971-1975Basilea Basilea92 (66)
1975-1978Stoccarda Stoccarda77 (38)
1978-1980Lugano Lugano55 (35)
1980-1983Lucerna Lucerna72 (30)
Nazionale
1972Germania Ovest Germania Ovest olimpica6 (5)

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La frase del giorno - 24 Ottobre 2013

"Neymar è il Justin Bieber del calcio. Ottimo su Youtube, ma dal vivo è pipì di gatto"
Joey Barton

23 ottobre 2013

Maglie storiche - Jugoslavia 1992

L'ultima maglia indossata dalla nazionale Jugoslava in una partita ufficiale (amichevole Jugoslavia-Olanda 0-2)

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Allenatori da giocatori - Rafa Benitez

L'attuale allenatore del Napoli, ex di Liverpool, Valencia, Inter e Chelsea, con una carriera gloriosa da allenatore, non è stato propriamente un fenomeno, calcisticamente parlando. Cresciuto nelle giovanili del Real Madrid come centrocampista difensivo, non ha mai debuttato in prima squadra, restando per 7 anni nel Castilla, la seconda squadra del Real, che milita nelle serie inferiori. Passa pertanto al Parla, una squadra di serie C2 spagnola, con la quale riesce comunque a ottenere la promozione nella serie superiore. Durante l'esperienza calcistica a Parla, poco fuori Madrid, si iscrive all'università, ottenendo la laurea in Scienze Motorie, che gli servirà per diventare poi allenatore nelle giovanili proprio del Real, anche perchè a 26 anni, giocando nel Linares, un infortunio al ginocchio lo costringe al ritiro. Dalle giovanili del Real riuscì a costruirsi la carriera di allenatore che oggi conosciamo.

Carriera da giocatore (fonte Wikipedia):
1974-1981Castilla Castilla247 (7)
1981-1985Parla Parla124 (8)
1985-1986Linares Linares34 (7)

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La frase del giorno - 23 Ottobre 2013

"Xavi credo sia il giocatore più completo al mondo"
Luis Suarez

22 ottobre 2013

Stadi - Pizjuán

Nome originale: Estadio Ramón Sánchez Pizjuán
Città: Siviglia
Inaugurazione: 1958
Dimensioni: 105 x 68
Capienza: 45.500
Squadra: Siviglia FC
Partite da ricordare: Germania Ovest - Francia 3-3 (5-4 dcr),
Steaua Bucarest - Barcellona 0-0 (2-0 dcr)

Lo stadio del Siviglia è intitolato a Ramón Sánchez Pizjuán, ex presidente del club per 17 anni. Lo stesso impianto viene anche soprannominato La Bombonera de Nervión, per distinguerlo dalla Bombonera del Boca. Nervión è il quartiere dove sorge lo stadio dei biancorossi di Siviglia, inaugurato nel 1958, la cui costruzione iniziò su volere proprio dell'ex presidente Pizjuán (morto prima della fine dei lavori nel 1956) con una capienza iniziale di 77.000 spettatori. Restaurato già nel 1981 in occasione dei mondiali di Spagna dell'anno successivo, venne ridotto di capacità, limitandolo ai posti a sedere attuali e abbellito con il mosaico che campeggia sulla parete esterna della costruzione. Nel Mundialito '82 il Pizjuán ospitò soltanto due gare: una nella prima fase a gruppi che vedeva di fronte il Brasile di Socrates e Zico contro l'URSS di Blochin, vinta dai verdeoro; la seconda invece fu la storica semifinale che vide affrontarsi Germani Ovest e Francia.
La semifinale dei mondiali '82 fu una partita che in qualche modo condizionò le regole del calcio negli anni seguenti. Aprì le marcature Littbarski con la Francia che trovò il pareggio prima della mezz'ora con Platini su rigore per fallo di Schumacher su Battiston, che uscì malconcio dallo scontro. Ai supplementari, nel giro di 8' la Francia si portò addirittura sul 3-1 con i gol di Trésor e Giresse, ma i tedeschi capitanati da Rummenigge riuscirono ad agguantare il pareggio e giocarsela ai rigori. Vinse la Germania, grazie anche agli errori di Six e Bossis, ma la sconfitta non andò giù a Platini che, una volta smessi gli scarpini di calciatore, propose di istituire la regola che la prima squadra a segnare un gol ai supplementari dovesse essere decretata vincitrice, il cosiddetto Golden Gol. Regola che per fortuna non ha avuto molto seguito ed è stata successivamente abolita, considerando il calcio uno sport a tempo e non a punti.
Altro celebre match disputatosi in questo stadio fu la finale di Coppa Campioni del 1986 che vedeva contro lo Steaua e il Barcellona. Il favoritissimo Barcellona si infranse sul muro eretto dal portiere rumeno Duckadam che, oltre a essersi reso protagonista di parate fondamentali nel corso dei 90' e dei supplementari, parò anche tutti e quattro i rigori calciati dagli spagnoli nella lotteria finale, decretando così la storica vittoria della Coppa dei Campioni per lo Steaua. La nazionale spagnola ha giocato 22 volte al Pizjuán, non uscendo mai sconfitta e riuscendo a vincere 19 partite, pareggiandone 3.

Allenatori da giocatori - Fatih Terim

Autentica bandiera del Galatasaray, sia da allenatore che da giocatore. Fatih Terim ha fatto la storia del calcio turco. Inizia a muovere i primi passi nel calcio turco a 16 anni nell'Adana Demirspor, del quale diventerà anche capitano tre anni più tardi. Risulta essere l'unico giocatore pagato "segretamente" della squadra, viste le condizioni economiche critiche del club. Gioca inizialmente come attaccante, ma dopo la promozione in massima serie, viene acquistato dal Galatasaray che lo schiererà in difesa. Veste la maglia giallorossa per 11 anni, 327 partite e 16 gol, giocando da libero (alla Beckenbauer, come sosteneva Gegic, suo allenatore all'Adana e poi CT della Turchia). Viene convocato 52 volte in nazionale, segnando due gol e vestendo la fascia di capitano 35 volte.
Su consiglio del suo ultimo allenatore, il tedesco Jupp Derwall a convincerlo a intraprendere la carriera da allenatore. Dopo trafile varie, prima diventa selezionatore dell'Under 21 turca poi della nazionale maggiore nel 1993. Finalmente l'approdo al "suo" Galatasaray da allenatore arriva nel 1996. Allenerà tre volte i giallorossi in periodi differenti, alternandosi con la nazionale e per una stagione e mezzo è passato dall'Italia con Fiorentina e Milan. Il mancato accordo sul rinnovo a inizio ottobre 2013 ha fatto sì che si concludesse la sua terza parentesi al Galatasaray da allenatore, venendo sostituito da Roberto Mancini.

Carriera da giocatore (fonte Wikipedia):
1969-1974Adana Demirspor Adana Demirspor 125 (25)
1974-1985Galatasaray Galatasaray327 (16)
Nazionale
1971
1973-1975
1975-1985
Turchia Turchia U-18
Turchia Turchia U-21
Turchia Turchia
2 (0)
10 (1)
51 (2)

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