Brivio; Belotti, Dicara, Mendez; Ambrosetti, Ambrosini, Di Carlo, Schenardi, Viviani; Zauli; Luiso. (Coco, Stovini, Firmani, Baronio, Di Napoli, Otero) All.: Guidolin.
Il Vicenza di Guidolin si schiera di solito con un 5-3-2 con Zauli (o Di Napoli) alle spalle dell'unica punta Luiso, che ha ormai rimpiazzato Otero, complici i suoi tanti infortuni, mettendo in campo i giovani Coco e Ambrosini, che faranno fortuna nel Milan, il veterano (e stempiatissimo) Di Carlo, già allenatore in campo e un promettente Ambrosetti che di lì a breve passerà addirittura al Chelsea.
Dopo aver vinto la Coppa Italia nel 1997, il Vicenza accede di diritto alla ormai defunta Coppa delle Coppe giunta alla penultima edizione. Vista l'eccezionalità dell'evento per i biancorossi, quell'anno la testa è praticamente tutta per la Coppa e in Campionato i risultati stentano (finirà 14°). La sua avventura comincia dai Sedicesimi di Finale contro il Legia Varsavia, un avversario piuttosto agevole anche per il modesto Vicenza. Agli Ottavi c'è un ancora non troppo famoso Shaktar, che viene superato facilmente sia all'andata che al ritorno, mentre ai Quarti tocca al Roda fare le spese di un volenteroso e spavaldo Vicenza che tra andata e ritorno rifila 9 gol agli olandesi.
Si entra nella fase calda della Coppa, pertanto aumenta anche il livello degli avversari e il Romeo Menti registra il tutto esaurito quando in Semifinale è il turno del Chelsea. Sembra quasi un derby italiano visto che la squadra londinese è allenata dall'allora allenatore-giocatore Gianluca Vialli, che forma con Zola la coppia d'attacco. A centrocampo Roberto Di Matteo, ex Lazio, e in difesa Dan Petrescu, reso celebre dal Foggia di Zeman. Al 16' del primo tempo è Lamberto Zauli a portare in vantaggio i biancorossi e 1-0 sarà anche il risultato finale, nonostante la notevole esperienza in campo europeo dei Blues schierati in campo.
Si entra nella fase calda della Coppa, pertanto aumenta anche il livello degli avversari e il Romeo Menti registra il tutto esaurito quando in Semifinale è il turno del Chelsea. Sembra quasi un derby italiano visto che la squadra londinese è allenata dall'allora allenatore-giocatore Gianluca Vialli, che forma con Zola la coppia d'attacco. A centrocampo Roberto Di Matteo, ex Lazio, e in difesa Dan Petrescu, reso celebre dal Foggia di Zeman. Al 16' del primo tempo è Lamberto Zauli a portare in vantaggio i biancorossi e 1-0 sarà anche il risultato finale, nonostante la notevole esperienza in campo europeo dei Blues schierati in campo.
Al ritorno allo Stamford Bridge si preannuncia battaglia e il gol del Toro di Sora Pasquale Luiso al 32' sembra un segno del destino, la finale è vicinissima. Ci pensa Gustavo Poyet a ridimensionare gli animi veneti dopo appena 3 minuti, ma ancora non basta. Ecco allora che nel secondo tempo la maggiore classe ed esperienza dei londinesi ha la meglio e prima Zola sigla il 2-1, poi il neo-entrato 35enne Mark Hughes porta il risultato sul 3-1 dopo che Vialli aveva ribaltato furbescamente l'azione. E' il verdetto finale. L'avventura del Vicenza finisce qui. Una straordinaria favola vissuta fin quasi all'ultimo capitolo. Magra consolazione il titolo di Capocannoniere del torneo a Luiso con 8 gol.
Ironia della sorte, Guidolin lasciò la guida tecnica dei veneti a fine stagione e l'anno successivo la squadra venne addirittura retrocessa in Serie B. Gioia e dolori del calcio.
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