di Pietro Morano
Quando ero dirigente di una società sportiva
dilettantistica, avevamo nella squadra esordienti una promettente calciatrice,
che fino all'età di 12 anni aveva giocato con profitto con la squadra maschile.
Per regolamento non avrebbe più potuto giocare con i suoi compagni maschi,
allora il presidente della società decise di portarla ad un provino al Torino
femminile. Naturalmente fu subito tesserata, perché era veramente brava e ne
avevano già sentito parlare e l’avevano visionata più di una volta. A Torino non
erano ancora molte le ragazze che praticavano il calcio ma, nel mio girovagare
di dirigente accompagnatore, sempre più spesso mi capitava di assistere ad
incontri tra squadre femminili e quindi fu mandata in una di queste squadre a
farsi le ossa.
L’incontro tra il mio presidente e Cosimo Bersano fu cordiale,
firmarono un accordo che prevedeva, tra le altre cose, la disputa di una
partita amichevole tra il Toro e un’altra squadra femminile sul nostro campo.
Ma la clausola più importante era che se la calciatrice avrebbe esordito in
Serie A, il Torino avrebbe dovuto versare alla mia società il premio di
preparazione, come prescrive il regolamento della FIGC. Non passò molto tempo
che avvenne l’esordio in serie A. Ora dovete sapere che la serie A femminile ha
la stesse regole e parametri della Serie A maschile. In pratica Bersano per
rispettare i patti avrebbe dovuto regalare alla mia società tutta la squadra
con attrezzature comprese.
La morale di questo racconto sta proprio in questa contraddizione del calcio femminile: spese da serie A maschile con un palcoscenico da società dilettantistica e potete immaginare le difficoltà di queste squadre.
Poi quando la crisi, gli sponsor e le Istituzioni pubbliche
che non mantengono gli impegni, come accusano sottovoce i dirigenti (leggi
comunicato stampa) del Torino, sono stati costretti a far giocare la squadra
primavera fresca detentrice del titolo italiano. Il risultato è stata la
retrocessione, nonostante il grande impegno delle giovani calciatrici. Era da
28 anni che stabilmente calcava i palcoscenici della massima serie; il Toro
femminile nasce a Venaria Reale, provincia di Torino, nel 1981 e dopo pochi anni diventa una delle società più importanti del calcio italiano ed europeo. Nelle sue fila
hanno militato giocatrici che hanno fatto la storia del calcio femminile
italiano.
Ora non possiamo che augurare a questa storica e gloriosa
squadra un pronto ritorno in serie A.
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