"Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore..." recitava una canzone di De Gregori. Ogni squadra ha il suo rigorista, quello che tira sempre i rigori perchè è il più bravo tecnicamente, o perchè è il più freddo caratterialmente, o perchè lotta per la classifica cannonieri. Assumersi la responsabilità di tirare un rigore non è una cosa da nulla, soprattutto quando un rigore vale molto, o vale tutto e hai tutti gli occhi dello stadio incollati addosso. Al rigorista tocca subire tutto ciò, ma quanti rigori ci possono essere in una partita? Beh a volte capita anche di doverne tirare più di uno e allora che fare, soprattutto quando si ha già tirato il primo? C'è chi cambia angolo, chi lo tira sempre dalla stessa parte, chi lo tira di potenza. Ma se il primo lo hai sbagliato, affronti di nuovo il portiere? In alcuni casi sì, qualcuno se la sente un po' per ostinazione, un po' per rivincita, ma la vicenda a volte può avere un risvolto tragicomico.
Il primo caso che vi sottopongo è forse il più tragico di tutti: la partita è Argentina-Colombia, valevole per la Coppa America 1999, il rigorista in questione è Martin Palermo, promettente nuovo nueve della nazionale Albiceleste dopo Batistuta.
- Cross in area dalla sinistra, un difensore colombiano anticipa Palermo con la mano in area. Va lo stesso Palermo dal dischetto: traversa alta e palla in curva.
- Altro rigore nel secondo tempo assegnato all'Argentina: sempre Palermo, sempre col mancino: traversa alta e palla in curva.
- Azione insistita sulla sinistra, ancora Martin prova il dribbling in area, leggermente toccato da un difensore va giù ed è il terzo rigore della partita. Dal dischetto ancora lui, ma non è giornata, come si suol dire "non c'è due senza tre". Sguardo al portiere, obiettivo 'tenerla-bassa', palla abbastanza centrale e il portiere colombiano Calero devia in angolo.
Il nostro caro Martin quindi ne fa 3 su 3, sbagliati, un risultato da sotterrarsi, considerando che tra l'altro la partita si conclude 0-3 per la Colombia. Con questo risultato l'Argentina passa come seconda nel girone e affronta ai Quarti il Brasile di Ronaldo e Rivaldo che battendola andranno poi a vincere il trofeo.
Il caso italiano più famoso invece è sicuramente quello di Evaristo Beccalossi. Stavolta la competizione è la Coppa delle Coppe 1982/83, Sedicesimi di Finale Inter-Slovan Bratislava.
- Siamo nel secondo tempo, sul punteggio di 0-0; rigore assegnato all'Inter e sul dischetto va il rigorista Beccalossi, che arriva da una lunga serie positiva dagli 11 metri. Palla che sfiora il palo all'angolo in basso alla sinistra del portiere, ma fuori.
- Azione insistita sulla destra, cross in mezzo e fallo di mano di un difensore cecoslovacco. Altro rigore e dal dischetto va ancora Evaristo: stesso angolo, ma stavolta la palla è nello specchio della porta; il portiere dello Slovan ci arriva e respinge, Beccalossi ci riprova di destro ma colpisce ancora il portiere. Si resta sullo 0-0.
Stavolta l'epilogo tragico è solo per lo sfortunato Evaristo che viene sostituito poi dal mister Rino Marchesi e senza di lui in campo l'Inter troverà il doppio vantaggio nel finale di partita, che si rivelerà fondamentale per il passaggio del turno. Al ritorno non basterà la vittoria per 2-1 degli slovacchi. Inter eliminata poi dal Real Madrid, che verrà a sua volta sconfitto in Finale dall'Aberdeen di Sir Alex Ferguson.
Come disse Roberto Baggio: "I rigori li sbaglia solo chi li tira".
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