La CONCACAF aveva un massimo di 4 posti disponibili per il mondiale in Brasile ed è riuscita a occuparli tutti. Oltre alle 3 ammesse di diritto per la posizione nel girone di qualificazione, se n'è qualificata anche una quarta grazie agli spareggi con l'Oceania. I primi sono stati gli Stati Uniti, che ormai riescono a dare del tu anche ai palloni sferici. Si qualificano ininterrottamente dal 1990 e hanno una rosa ben fornita di giocatori che militano soprattutto in Europa a cominciare dal portiere Howard dell'Everton. Tra gli altri degni di nota, troviamo il terzino Bocanegra, il centrocampista pelato della Roma Bradley, il baffuto Kljestan dell'Anderlecht (ma che baffi ha??), il talentuoso Dempsey, tornato in patria dopo le avventure in Premier (la Juve si ricorderà il suo cucchiaio in Europa League), Jermaine Jones dallo Schalke e in attacco il roccioso Altidore. Troveremo sicuramente anche uno dei migliori calciatori della storia americana, Landon Donovan e l'ex giocatore del PSV Beasley. Tra i papabili anche Onyewu, fantasma al Milan, e Cherundolo, mentre il talentuoso Freddy Adu, buttato in prima squadra da bambino sembra già sparito dai radar da qualche anno.
Al secondo posto il Costa Rica. Non è più la squadra di Wanchope e Medford e le possibilità sono davvero bassissime. Tra i convocabili abbiamo Gilberto Martinez del Lecce, ex Brescia; Celso Borges, il fantasista; Joel Campbell, giovane punta classe '92 che arrivò all'Arsenal pensando di spaccare il mondo ma è scomparso; infine Bryan Ruiz del Fulham.
L'Honduras arriva al suo terzo mondiale in punta di piedi e senza Suazo. Tra i giocatori più celebri, se così possiamo definirli, troviamo Maynor Figueroa, difensore dell'Hull City, ex Wigan, e Wilson Palacios, mediano anche lui in Premier nello Stoke, ex Tottenham. Una comparsata, ma speriamo ricca di entusiasmo.
Non si capisce come il Messico sia potuto arrivare quarto in un girone del genere, eppure si sono conquistati i mondiali solo con lo spareggio contro la Nuova Zelanda. Lo avevamo già visto in Confederation Cup e questa squadra ha notevolmente calato i suoi standard dai tempi di Lavolpe, CT in Germania nel 2006, con ottimi risultati, o di campioni del passato come Cuauhtemoc Blanco, Hernandez, Borgetti (gran gol all'Italia in Corea nel 2002) o Hugo Sanchez. Eppure la rosa non annoverà giocatori scarsissimi, anzi tutt'altro. Certo qualcuno un po' in là con gli anni, come Salcido o Rafa Marquez o capitan Torrado, al suo quarto mondiale e vincitore della Confederation Cup del '99. A questi vecchietti si aggiungono giovani di talento, di nome e di fatto, per esempio Giovani dos Santos, ex Barcellona ora al Villarreal e il Chicharito Hernandez del Manchester United. Aggiungiamo anche l'esterno offensivo Barrera, che dopo aver bene impressionato in Sudafrica venne acquistato dal West Ham e poi rispedito prontamente in patria. Occhio anche ad Andres Guardado del Valencia, un centrocampista assist-man e al difensore di belle speranze (ci si augura che poi diventino reali) Hector Moreno.
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