07 giugno 2013

Delije, la Nord del Marakana

Delije (Делије) è il nome collettivo con il quale vengono identificati i tifosi della curva Nord dello stadio Marakana di Belgrado. Sono i sostenitori dello Stella Rossa, acerrimi rivali dei tifosi del Partizan, i Grobari (becchini) e dai quali a loro volta vengono soprannominati Cigani (zigani, zingari), per via delle numerose presenze di etnia Rom nella curva biancorossa. Il nome cominciò a circolare tra i tifosi estremisti alla fine degli anni '80 e divenne ufficiale il 7 gennaio 1989. La struttura organizzativa era molto decentralizzata e i vari gruppi interni che formavano la curva si distinguevano tra loro per attaccamento alla squadra, violenza e partecipazione attiva al tifo. I vari gruppi provenivano anche da diverse città oltre Belgrado e persino da stati come Montenegro e Bosnia serba. Alla fine degli anni '90, come segno di riconoscimento verso i propri supporters, lo Stella Rossa fece scrivere il nome Delije sugli spalti che identificavano la curva Nord occupata dai tifosi.
Il Marakana, lo stadio Stella Rossa, fu soprannominato così in onore del Maracanà di Rio de Janeiro, lo stadio più grande del mondo. Nel 1963 in occasione del derby col Partizan, l'affluenza raggiunse i 108.000 spettatori, vicino ai 110.000 che lo stadio brasiliano poteva ospitare. Negli anni '80 la curva Nord del Marakana era sostanzialmente suddivisa in due grandi gruppi: Ultras, molto simili agli ultras italiani per cori e coreografie, e i Red Devils, molto simili agli hooligans, violenti e dediti all'alcool. Gli scontri con la polizia comunista e gli arresti erano molto frequenti, ma ciò non ebbe un potere repressivo, anzi, ai due gruppi si unì un terzo, gli Zulu Warriors. Tutto questo portò a una forte politicizzazione della curva, che divenne sempre più estremista e iniziò a propagarsi il sentimento nazionalista serbo, nell'allora Jugoslavia unita.
Alla fine degli anni '80 cominciarono ad apparire le prime bandiere della Serbia sugli spalti della Nord e una grande riunione dei gruppi stabilì che gli unici concetti che la Delije doveva portare avanti erano: Stella Rossa, Belgrado e Serbia. Gli anni '90 preannunciavano venti di guerra; proprio poco dopo le prime elezioni "libere" in Jugoslavia che vedevano vincere un partito croato, c'era da giocare Dinamo Zagabria-Stella Rossa. Gli scontri tra i tifosi croati e i 3000 della Delije furono tra i più violenti della storia del calcio e forse dello sport in generale. Nel 1991 l'attaccamento alla squadra si fece sentire in tutta Europa, grazie al grande percorso dello Stella Rossa di Prosinecki, Mihajlovic, Pancev (Scarpa d'Oro), Jugovic e Savicevic in Coppa Campioni che lo portò fino alla Finale di Bari vinta ai rigori contro il Marsiglia e successivamente a essere Campioni del Mondo contro il Colo Colo in Coppa Intercontinentale (3-0).
In questo periodo si fece largo tra i sostenitori della Delije un certo Zeljko Raznatovic, meglio conosciuto come Arkan. Arkan fu un paramilitare serbo sostenitore di Slobodan Milosevic, che insieme alle sue Tigri (le Tigri di Arkan) venne condannato dall'ONU per crimini contro l'Umanità, accusato di 400 omicidi. Le manifestazioni di odio e violenza non si fecero attendere nemmeno durante le partite. Nel derby col Partizan del 1992, in piena guerra, la Delije iniziò a prendere di mira la città di Vukovar, distrutta dalle milizie serbe e proseguirono con i nomi delle altre città croate cadute nelle mani della Serbia. Ma la guerra non fece altro che accendere soltanto gli istinti nazionalisti, perchè calcisticamente parlando distrusse quella che era una delle Nazionali più competitive d'Europa e uno dei campionati più osservati, portandolo alla mediocrità. Lo Stella Rossa venne escluse da tutte le competizioni europee per 5 anni. Al termine della squalifica i tifosi della Delije cercarono di stabilire dei rapporti di gemellaggio con altre tifoserie europee, trovando successo con Olympiacos e Spartak Mosca, grazie alla comune radice religiosa ortodossa.


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