29 novembre 2013

Verso Brasile 2014 - Australia, Iran, Corea del Sud

L'Asia e la sua federazione AFC porteranno in Brasile 4 squadre su un massimo di 5: infatti, con la Giordania eliminata agli spareggi dall'Uruguay, andranno solamente Giappone, Australia, Iran e Corea del Sud, in rigoroso ordine di qualificazione. Australia e Giappone facevano parte del gruppo B, con i nipponici che hanno vinto il girone. Gli australiani si presenteranno ai Mondiali agli ordini del CT tedesco Osiek con una squadra piuttosto vecchia, che bene o male ricalca quella presente già alle scorse edizioni in Sudafrica e Germania.
I Socceroos avranno sicuramente tra i pali il secolare Schwarzer, attuale riserva del Chelsea di Mourinho e recordman di presenze in nazionale (108). La difesa, ma come del resto buona parte della rosa, è fatta di giocatori over 30, che sono emigrati dai più competitivi campionati europei, per tornare in patria o nei molto più modesti campionati asiatici. Avremo il difensore centrale Lucas Neill, capitano 35enne, discreto passato al Blackburn ma ora in Giappone e l'anno scorso al Sidney con Del Piero. Ci sarà anche il centrocampista esterno / terzino Luke Wilshire, della Dinamo Mosca. A completare la difesa anche il macedone Ognenovski, mai passato dall'Europa e McKay o McGowan (il più giovane della ciurma. Il centrocampo vintage sarà formato quasi sicuramente dalla coppia centrale formata dall'esperto Bresciano, dal cognome e dal passato italiano (Parma, Palermo, Lazio, Empoli) e dal fantasista Tim Cahill, ex Everton ora in America con la maglia dei NY Red Bulls. L'attacco, orfano di Kewell, Viduka e Aloisi, vede come punta di riferimento Archie Thompson del Melbourne Victory e Joshua Kennedy, o all'occorrenza lo stesso Cahill.

Verso Brasile 2014 - Colombia

Agli ordini dell'argentino, nonchè ex CT della nazionale albiceleste, Josè Pekerman, si nasconde una delle possibili sorprese del prossimo mondiale. Il talento presente nella nazionale colombiana è senza dubbio superiore a quello di qualsiasi altra selezione Tricolor mai esistita. La rosa non è propriamente delle più giovani come media, anche se annovera talenti dal possibile futuro glorioso.
In porta per i Cafeteros ci sarà sicuramente David Ospina del Nizza, con secondo portiere l'eterno, 42enne Mondragon. La difesa schiera il suo capitano Marione Yepes, ex Chievo, PSG e Milan e ora all'Atalanta, supportato dall'altro milanista Zapata e dall'ex Atletico Madrid, Luis Perea, 34 anni. Possibile convocazione anche per l'ex Siviglia Mosquera e per il giovane 20enne centrale del River Plate, Balanta. Sulle fasce troviamo delle nostre conoscenze "italiane": vedremo in Brasile sicuramente Zuniga e Armero del Napoli a cui si aggiungerebbe il giovane Medina.
Il centrocampo colombiano potrebbe mettere in seria difficoltà le avversarie, per via dei giocatori molto ben assortiti e dalle qualità più variegate. Per esempio ci sarà la velocità dell'esterno della Fiorentina Cuadrado, che ben conosciamo. Ci sarà la qualità tecnica del fantasista Quintero, di soli 20 anni, da quest'anno al Porto, ma la scorsa stagione nel Pescara in serie A. Ci sarà anche l'esterno offensivo James Rodriguez, protagonista del fantamercato del Monaco di quest'estate, prelevato dal Porto e che forse ha un po' deluso le attese, vista l'alta cifra spesa per il suo ingaggio. Fredy Guarin dell'Inter si aggiunge ai nomi citati fino a questo momento e aggiungiamo anche l'ala del Manchester United Edwin Valencia.

La frase del giorno - 29 Novembre 2013

"Non lavoro per allenare la squadra migliore, ma per batterla"
Jurgen Klopp

28 novembre 2013

Maglie storiche - PSV 1994

Sulle orme di Romario, passato al Barcellona, il Fenomeno sbarca in Europa giocando la prima stagione nel PSV a soli 18 anni (33 presenze, 30 gol) e come il connazionale due anni dopo si trasferirà in blaugrana

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Maglie storiche - Colombia 1994

L'ultima maglia indossata dal difensore colombiano Andres Escobar, autore dell'autorete decisiva per l'eliminazione della sua nazionale ai Mondiali Usa '94 e ucciso al rientro in Colombia

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La frase del giorno - 28 Novembre 2013

"Raccontano che ad ogni fuorigioco provocato, a Baresi scappasse un sorriso"
Jorge Valdano

27 novembre 2013

Allenatori da giocatori - Fabio Capello

Il fenomenale tecnico friulano, attuale CT della nazionale russa, ha confermato da allenatore di essere un vincente, così come lo era stato da giocatore. La fortunata carriera di Fabio Capello comincia sui campi di Ferrara, con la maglia della SPAL, per una promessa che suo padre fece ai ferraresi, rifiutando l'offerta di Gipo Viani di andare al Milan. Gioca nel ruolo di centrocampista, tecnico e di personalità, verrà più avanti soprannominato "geometra", e si fa notare abbastanza in fretta perchè il suo esordio in prima squadra è a 18 anni, insieme a Reja e Bagnoli, mentre a 21 viene già acquistato dalla Roma. Nella capitale trova ad allenarlo prima il mago di Turi, Oronzo Pugliese, poi il Mago vero e proprio, Helenio Herrera e in giallorosso conquista la Coppa Italia nella stagione 68/69. Le buone prestazioni fanno sì che su di lui arrivi la Juventus, che sarà la sua consacrazione: tre scudetti vinti in bianconero e prime prensenze in Nazionale. Proprio in Nazionale azzurra, Capello si fa ricordare per il celebre gol a Wembley nel 1973, con il quale l'Italia batte per la prima volta l'Inghilterra in terra anglosassone.
La sua avventura a Torino comincia sotto la guida tecnica di Armando Picchi (a cui è intitolato lo stadio di Livorno) che però scompare prematuramente e viene sostituito da Vycpalek, lo zio di Zeman. Uno degli scudetti vinti è quello della celebre Fatal Verona, strappato al Milan sconfitto dagli scaligeri all'ultima giornata. L'arrivo di Trapattoni sulla panchina della Juventus nel 1976 prevede lo scambio Capello-Benetti proprio con i rossoneri. Al Milan vince un'altra Coppa Italia e conquista lo scudetto della stella quando ormai però tra infortuni vari ha perso il posto da titolare. La sua ultima stagione da giocatore in rossonero, e da professionista a tutti gli effetti è la 1979/80. Proprio al Milan comincia la sua carriera di allenatore, allenando dapprima la Primavera e poi subentrando nelle ultime partite del campionato 86/87, vincendo lo spareggio Uefa. Solo un primo assaggio dell'allenatore che diventerà, sempre nel Milan, dalla stagione 1991/92 in poi. Vincerà tutto e in tutte le squadre dove effettivamente ha giocato, SPAL esclusa, arrivando ad allenare anche all'estero nel Real Madrid e nella nazionale inglese, fino alla sua posizione attuale in Russia.

Carriera da giocatore (fonte Wikipedia):
1964-1967SPAL SPAL49 (3)
1967-1970Roma Roma62 (11)
1970-1976Juventus Juventus165 (27)
1976-1980Milan Milan65 (4)
Nazionale
1969
1972-1976
Italia Italia B
Italia Italia
3 (0)
32 (8)

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La frase del giorno - 27 Novembre 2013


"Trapattoni saprebbe farsi capire anche dai giapponesi"
Arrigo Sacchi

26 novembre 2013

Maglie storiche - Ghana 2010

Il Ghana si arrende contro l'Uruguay nei Quarti ai rigori, dopo averne fallito uno con Asamoah Gyan all'ultimo minuto del 2ts sfiorando lo storico approdo alle Semifinali per una selezione africana

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Maglie storiche - Peñarol 1913

Fondato nel 1891 a Montevideo, Uruguay, da un gruppo di ferrovieri, nel 1913 assunse il nome Peñarol in ricordo del paese d'origine di alcuni suoi fondatori: Pinerolo (TO). I colori della divisa ricordano la segnaletica delle barriere ferroviare

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La frase del giorno - 26 Novembre 2013

"Il più pulito nel calcio è il pallone. Quando non piove"
Manlio Scopigno

25 novembre 2013

Verso Brasile 2014 - USA, Costa Rica, Honduras, Messico

La CONCACAF aveva un massimo di 4 posti disponibili per il mondiale in Brasile ed è riuscita a occuparli tutti. Oltre alle 3 ammesse di diritto per la posizione nel girone di qualificazione, se n'è qualificata anche una quarta grazie agli spareggi con l'Oceania. I primi sono stati gli Stati Uniti, che ormai riescono a dare del tu anche ai palloni sferici. Si qualificano ininterrottamente dal 1990 e hanno una rosa ben fornita di giocatori che militano soprattutto in Europa a cominciare dal portiere Howard dell'Everton. Tra gli altri degni di nota, troviamo il terzino Bocanegra, il centrocampista pelato della Roma Bradley, il baffuto Kljestan dell'Anderlecht (ma che baffi ha??), il talentuoso Dempsey, tornato in patria dopo le avventure in Premier (la Juve si ricorderà il suo cucchiaio in Europa League), Jermaine Jones dallo Schalke e in attacco il roccioso Altidore. Troveremo sicuramente anche uno dei migliori calciatori della storia americana, Landon Donovan e l'ex giocatore del PSV Beasley. Tra i papabili anche Onyewu, fantasma al Milan, e Cherundolo, mentre il talentuoso Freddy Adu, buttato in prima squadra da bambino sembra già sparito dai radar da qualche anno.

13° giornata in pillole - Signora corsara

Verona-Chievo 0-1 Il derby meno atteso d'Europa torna dopo 11 anni. Thereau si lamentava della scarsa tensione pre-derby e forse per questo la terna arbitrale si presenta al Bentegodi un po' troppo rilassata: pronti via e gol annullato a Cesar per fuorigioco di un laccio delle sue scarpe. Compensazione in area clivense: cross in mezzo e lo stesso Cesar la mette in angolo con la mano, quindi la domanda sorge spontanea (cit. Lubrano), "i giudici di linea cosa ci stanno a fare?". Si va avanti così fino al '92, quando Lazarevic decide di regalare la prima vittoria a Corini con un piattone da centro area. Derby al Cèo.
Milan-Genoa 1-1 Se la rigiocassero di nuovo il Milan vincerebbe 6-1 e invece stiamo qui a commentare l'ennesima partitaccia gestita male, molto male dagli uomini di Allegri. La nuova tattica del 2013 del tecnico livornese, il cosiddetto "daidaidai", supportato dall'incapacità di capire che se non si sta vincendo si possono effettuare tutte e 3 le sostituzioni (ed è già la seconda volta che lo scrivo) fanno sì che nemmeno il gol-lampo di Kakà su lancio millimetrico di De Jong riescano a rinvigorire gli animi. Milan subito in vantaggio quindi, ma Emanuelson abbatte in area un giocatore ligure dopo pochi minuti ed è subito 1-1 siglato dall'odiato ex Gilardino. Per il resto la partita è un tiro a segno a Perin e in questo il Milan è bravissimo perchè lo centra quasi sempre. Arriva anche un regalo rossoblu: Manfredini abbatte Balotelli in area e si becca il rosso. Balotelli che stava ancora giocando al tiro a segno, centra Perin, firmando il suo secondo rigore fallito di seguito. Per il resto è un assalto a Fort Apache disordinato e svogliato, se questo è il Balotelli versione "bravo ragazzo" come ha ribadito lui stesso in settimana, preferivamo di gran lunga la versione "testa di cazzo". Si salvi chi può.
Napoli-Parma 0-1 Non ditemi che il campionato del Napoli e i sogni di gloria azzurri sono già finiti dai! Eppure il Napoli si infrange, demotivato e inconcludente sul muro gialloblu del Parma. Parma che si presenta al San Paolo con due sole mezzepunte davanti (Sansone e Cassano) ma che creano pericoli alla difesa partenopea, mentre l'inconcludente Insigne (ancora a secco in campionato) non vede mai la porta; stesso discorso per Higuain, in gol ma in fuorigioco. Hamsik, che era in dubbio, entra nella ripresa, si fa male ed esce dopo 10 minuti. Allora tocca a Fantantonio risolvere il match, sull'ennesimo pallone perso dal centrocampo azzurro, Cassano parte in direzione dell'area e scaglia un diagonale dal limite che batte Reina. 0-1 e tutti a casa felici e contenti. Gli emiliani.
Livorno-Juventus 0-2 Juve corsara in Toscana, nonostante un primo tempo quasi da sbadigli. Ma la caratteristica vincente di una squadra compatta come quella bianconera è proprio quella di non mollare mai il pallino del gioco, finchè nel secondo tempo una veronica di Asamoah libera sulla destra Pogba, cross perfetto sul piattone di Llorente e il Re Leone insacca al volo sotto il sette. Una volta sbloccato il punteggio serve chiudere i discorsi, magari con un'azione in area, Llorente protegge bene palla e la appoggia al limite per l'accorrente Tevez, sempre pericoloso palla al piede. L'Apache mira l'angolino e batte Bardi 0-2 e turn-over in vista Champions. Il Livorno si fa vedere più con Emerson che con gli attaccanti e il difensore brasiliano, dopo il gol monumentale al Toro, è pericoloso solo con una conclusione da distanza siderale. Pratica amaranto archiviata.
Sampdoria-Lazio 1-1 Il ritorno di Sinisa Mihajlovic in Italia e alla Sampdoria è, ironia della sorte, contro la squadra che gli ha fatto vincere lo scudetto da giocatore, la Lazio. E dire che per un pelo Sinisa non faceva saltare la panchina laziale, che magari avrebbe preferito a quella blucerchiata. Sta di fatto che la Samp passa in vantaggio con Soriano dopo un'azione degna di Mai dire Gol, traversa-palo-portiere, nonostante l'inferiorità numerica dovuta all'espulsione (dubbia) a inizio ripresa di Kristicic. Il pari della Lazio arriva solo al 90', con un raccapricciante buco che favorisce Cana, stranamente in posizione di attaccante, che salta un difensore e batte il portiere doriano. Un punto che scontenta tutti ma che salva entrambe le squadre.
Sassuolo-Atalanta 2-0 Il Sassuolo continua a viaggiare ad alti ritmi nonostante una partenza in campionato da retrocessione immediata. Il figliol prodigo bergamasco Zaza porta in vantaggio gli emiliani segnando senza esultare in rispetto della squadra che lo lanciò in serie A nel 2009. Il 2-0 invece è siglato dal solito Berardi, sempre più conferma neroverde, che sfrutta un'azione di sfondamento e insacca il gol che chiude il match. Sassuolo su, Atalanta giù.
Torino-Catania 4-1 Come contro la Juve, a Torino il Catania è decisamente sfigato. Scivolone di Legrottaglie (con o senza imprecazioni?) in avvio e porta spalancata per Immobile che porta subito in vantaggio il Toro. Il 2-0 nasce da una palla filtrante ben chiusa dalla diagonale difensiva di Marchese che in scivolata però serve El Kaddouri, al primo gol in A. Il Catania di De Canio è difensivamente disastroso, ma trova il gol della speranza con un tiro mancino di Leto deviato che beffa Padelli. Il discorso è chiuso nuovamente da Moretti con un colpo di testa su calcio d'angolo. Il quarto gol nasce da un'azione caparbia di Immobile che calcia addosso ad Andujar e regala il tap-in vincente ancora ad El Kaddouri. Il Toro festeggia, il Catania si lecca le ferite, col sale.
Udinese-Fiorentina 1-0 Sarebbe stata anche una buona partita della Fiorentina, se avessero giocato anche il secondo tempo (come conferma Montella nel dopo partita). La Fiorentina fa solo possesso palla, l'Udinese invece punisce con un gol dell'esterno destro Herteaux. All'Udinese questo è ossigeno puro e nella ripresa invece che restare schiacciata nella propria metà campo, la squadra friulana va vicina al raddoppio in più di un'occasione. Ma questa stagione è un sfigata sotto il punto di vista delle realizzazioni pertanto 1-0 che è comunque oro colato. La Fiorentina si affloscia come un palloncino bucato: AAA Gomez cercasi disperatamente.
Bologna-Inter 1-1 Il posticipo della domenica potrebbe portare l'Inter al terzo posto, che sarebbe già un bel risultato e invece è il Bologna a passare in vantaggio. A centrocampo la plateale trattenuta di Taider (già ammonito) sembra una clamorosa punizione per il Bologna, si fermano tutti ma il rimpallo favorisce Cristaldo e l'arbitro concede il vantaggio: palla in mezzo per l'accorrente centrocampista greco Kone che punisce Mazzarri come già più volte ha fatto nella scorsa stagione al Napoli. Stavolta è un tiro di precisione e non una mezza rovesciata ma è comunque 1-0. Il pareggio dell'Inter premia i vari assalti nerazzurri, anche se è il risultato di un bel dribbling di Jonathan che trova la deviazione fortuita di Sorensen che spiazza Curci. Altro gol del terzino interista e altro gol su deviazione. La fortuna però finisce lì perchè una perla di Juan Jesus a tempo scaduto si infrange sulla traversa. Un pareggio con conseguente beatificazione papale al brasiliano goleador.
Roma-Cagliari stasera Ancora di lunedì, la Roma si trova davanti alla difficile operazione pepe-al-culo lanciata dalla Juventus. Con la caduta del Napoli tocca ai giallorossi contrastare il crescente strapotere dei bianconeri, ospitando all'Olimpico un Cagliari orfano della squalifica di Nainggolan. Sotto a chi tocca.

La frase del giorno - 25 Novembre 2013

"Il calcio si gioca coi piedi, quindi la palla deve stare a terra"
Johan Cruijff

23 novembre 2013

Maglie storiche - Gibilterra 2013

Gibilterra si iscrive alla UEFA e al suo esordio la nazionale pareggia 0-0 contro lo Slovacchia (19.11.2013)

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22 novembre 2013

Maglie storiche - Inter 1988

L'Inter di Trapattoni stravince il campionato (passato da 16 a 18 squadre) conquistando 58 punti su 68 con Serena capocannoniere a quota 22: 13° titolo nerazzurro

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Verso Brasile 2014 - Giappone

Il nostro Zaccheroni il suo Mondiale l'ha già vinto. Ha portato entusiasmo e cultura calcistica in Giappone forse come nessuno mai, nemmeno Holly&Benji. Certamente il tecnico romagnolo non ha a disposizione i due fuoriclasse dei cartoni animati, ma qualche talento di sicuro valore lo nasconde questa nazionale. Giocheranno in Brasile il loro quinto mondiale, quinto di fila, da campioni d'Asia e avendo vinto il girone di qualificazione davanti all'Australia. I giocatori si dividono maggiormente tra campionato locale e Bundesliga.
In porta c'è l'ottimo Kawashima dello Standard Liegi, dimostratosi un felino anche nell'ultima edizione della Confederation Cup. La difesa vede il nome di Nagatomo, terzino dell'Inter, su tutti. Poi sicuramente Konno, esperto difensore militante in Giappone e Yoshida, gigante difensivo del Southampton. A completare lo schieramento, quasi sicuramente ci sarà il terzino destro dello Schalke, Uchida. Il centrocampo è il reparto migliore della selezione giapponese, tra cui spicca senza dubbio il futuro milanista ora al CSKA, Keisuke Honda, che agisce sulla trequarti. Il capitano Hasebe del Wolfsburg si muoverà in mediana, così come l'espertissimo Endo, giocatore con il record di presenze in nazionale. Kiyotake sarà di supporto al reparto, 23 anni proveniente dal Norimberga. Ma non dimentichiamoci assolutamente la stella della squadra, colui che indossa la 10 di Oliver Hutton e cioè Shinji Kagawa, trequartista del Manchester United, ex Dortmund.

La frase del giorno - 22 Novembre 2013

"Ferguson non discuteva mai con Cantona: a una serata di gala ci dissero di indossare la cravatta nera e lui si presentò con un completo bianco e le Nike. Il manager gli disse che stava benissimo così"
Andy Cole

21 novembre 2013

Verso Brasile 2014 - Uruguay

Si sono qualificati per ultimi, sono la 32° squadra a qualificarsi al mondiale e probabilmente i brasiliani avranno atteso questo annuncio con il fiato sospeso. In termini di superstizione sicuramente i verdeoro sotto sotto avranno fatto il tifo per la Giordania agli spareggi, ma ahimè, i mediorientali nulla potevano contro la Celeste. E invece loro ci saranno, lo spauracchio del Brasile, a distanza di 64 anni dal Maracanazo, giocherà di nuovo un mondiale in terra brasiliana. Anche se forse questa non sarà l'occasione perchè la storia si ripeta, ma non si sa mai. L'Uruguay, come detto, arriva ai Mondiali dopo lo spareggio con la Giordania (5-0, 0-0) essendo arrivata quinta nel girone COMNEBOL, nel quale ha saputo entusiasmare gli animi con il 4-0 sul Cile, per esempio, con poker di Suarez, ma anche prenderne 4 nell'impossibile atmosfera di La Paz, con la Bolivia, a 3600 metri d'altezza.
La squadra di Tabarez, quarta in Sudafrica, porterà una rosa di giocatori piuttosto famosi ed affermati, quasi tutti militanti nei campionati europei, a cominciare dal suo portiere titolare Muslera, ex Lazio, da qualche stagione al Galatasaray. La difesa è capitanata dall'esperto Diego Lugano, storico perno della difesa del San Paolo e del Fenerbache, con un passaggio anche al PSG. Quasi sicuri del posto anche lo juventino Caceres, jolly difensivo, Godìn dell'Atletico e Maxi Pereira esterno del Benfica. I due giovani Coates del Liverpool e Aguirregaray ex Palermo andranno a completare un reparto di cui potrebbe far parte anche l'eterno Scotti, 37enne jolly della difesa uruguayana.

Maglie storiche - Camerun 1990

Roger Milla beffa la sortita offensiva del portiere colombiano Higuita e porta il Camerun ai Quarti di finale di Italia '90: per la prima volta nella storia una nazionale africana, mai così avanti in un mondiale

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La frase del giorno - 21 Novembre 2013

"La politica dovrebbe essere come la Nazionale: dovrebbero giocare solo i migliori. Ma non è così in nessuna parte del mondo"
Michel Platini

20 novembre 2013

Verso Brasile 2014 - Bosnia e Erzegovina

Prima storica qualificazione a qualsiasi competizione internazionale per la Bosnia. Iscritta alla FIFA solo dal 1996, non era riuscita finora a qualificarsi nè a Europei, nè a Mondiali. Nata dopo la scissione della Jugoslavia nel 1992, la Bosnia ha partecipato per la prima volta alle qualificazioni al campionato mondiale nel 1998, fallendo la qualificazione. Ultimamente la selezione slava ha rafforzato notevolmente la propria rosa di giocatori, sfiorando uno storico accesso ai Mondiali già nel 2010 per il Sudafrica, arrivando seconda nel girone di qualificazione e venendo eliminato soltanto agli spareggi dal Portogallo. Stessa storia anche alle qualificazioni per gli Europei del 2012, altro secondo posto nel girone e altra eliminazione agli spareggi, sempre ad opera del Portogallo.
La rosa della Bosnia molto probabilmente sarà composta di questi giocatori: in porta è praticamente certo del posto Asmir Begovic, promettente portiere dello Stoke e figlio d'arte. La difesa sarà capitanata dal centrale del Bayer Leverkusen Emir Spahic, 33 anni, ex Siviglia e cugino di Dzeko. A completare il reparto difensivo troviamo Pandza che gioca in Polonia, Mujdza del Friburgo e il terzino destro Vrsajevic dell'Hajduk Spalato. Curiosa la situazione di Bicakcic, 23 anni, che milita in Germania fin da giovanissimo e a 21 anni scelse la nazionalità tedesca, salvo poi recuperare quella bosniaca nell'estate del 2013 ed essere integrato nella rosa della nazionale maggiore di Susic, il CT bosniaco, ex stella del PSG degli anni '80.

Verso Brasile 2014 - Svizzera

Il CT Ottmar Hitzfeld ha messo su una buona rosa di gente d'esperienza e giovani innesti molto interessanti. Certo è una Svizzera che davvero raccoglie in pieno senso il significato di neutralità del paese, visto che è un mix di varie razze ed etnie. Qualificatasi al primo posto nel girone E di qualificazione e imbattuta, ha offerto ottimi spunti, soprattutto di mercato, per i grandi club europei e sarà testa di serie al sorteggio dei gironi in Brasile. L'esperto CT tedesco ex Bayern, ma una vita in Svizzera da giocatore, riuscirà a tirar fuori il meglio da una squadra tutto sommato sopra la sufficienza?
In porta c'è molta scelta, poichè tutti e tre i portieri nel giro della nazionale sono possibili pretendenti al posto da titolare, con la possibile scelta che ricade sul più esperto Benaglio del Wolfsburg, alle sue spalle il giovane Sommer del Basilea, già punto caldo della scorsa estate di calciomercato e il più anzianotto Wolfli dello Young Boys. La difesa vede giocatori di esperienza e stazza come Senderos, ex Milan e Arsenal, ora al Fulham; Lichtsteiner, instancabile terzino destro della Juventus; Von Bergen, difensore centrale ex Cesena e Palermo; Djourou, ex jolly dell'Arsenal di origini ivoriane oggi all'Amburgo; Ziegler, biondo esterno sinistro del Sassuolo, con un passato da Sampdoria e Juventus e infine la promessa del Basilea Schär, finito nell'occhio delle big europee come difensore centrale del futuro.

La frase del giorno - 20 Novembre 2013

"Meglio essere un gagliardetto della Juve che una bandiera della Lazio"
Paolo Di Canio

19 novembre 2013

Quando la Spagna non vinceva nulla

Ma ve lo ricordate quando la Spagna non vinceva nulla? Prendendo spunto da uno scambio di battute nato su Twitter, facciamo una piccola analisi di quella Spagna che fu, quella che non vinceva mai niente, quella eternamente incompleta. Certo oggi la ricordiamo come la squadra imbattibile, quella che ha vinta due Europei di fila, che ha vinto i Mondiali in Sudafrica, che domina in Europa col Barcellona di praticamente metà dei suoi giocatori. Riprendendo gli almanacchi però, andiamo alla riscoperta di quella nazionale che non faceva così tanta paura, che non era poi così imbattibile, nonostante in Europa Real Barcellona qualche successo lo mettessero in bacheca, forse anche merito del mercato estero.
La Spagna è la vincitrice delle ultime due edizioni degli Europei: 2012 in Polonia/Ucraina travolgendo in finale l'Italia e 2008 in Austria/Svizzera, battendo la Germania in finale e dell'ultimo Mondiale in Sudafrica, 1-0 sull'Olanda. Prima di allora il vuoto, fino a risalire alla vittoria di Suarez e compagni all'Europeo del 1964 in casa propria e prima ancora un misero quarto posto nei mondiali del 1950 in Brasile. Per assurdo, la vittoria casalinga sancisce un momento di buio del calcio spagnolo che durerà per ben 12 anni, dal 1966 (eliminata al Primo Turno in Inghilterra) fino al 1978 (eliminata al Primo turno in Argentina). In questo periodo, la nazionale spagnola non riuscì a qualificarsi a tre edizioni degli Europei e a due Mondiali. Nemmeno il Mundialito del 1982 servì a rivitalizzare le Furie Rosse, che vennero eliminate al secondo girone, arrivando ultime dopo Germania e Inghilterra.

Verso Brasile 2014 - Russia

Sarà quasi sicuramente una delle poche, se non l'unica, ad avere una rosa fatta completamente di giocatori militanti nel proprio campionato nazionale. La selezione di Fabio Capello si è qualificata vincendo il girone F e mandando agli spareggi il Portogallo, in un girone che non vedeva grosse alternative per i primi due posti, con Israele arrivato terzo. La nazionale russa non è propriamente una squadra di primo pelo, con molti giocatori intorno ai 30 anni.
In porta la Russia schiera l'insostituibile Akinfeev, colonna del CSKA, così come la difesa che per 3/4 può schierare i difensori Ignashevic e i fratelli Berezusky, compagni di squadra del portiere. Tra gli altri possibili titolari troviamo l'ex esterno sinistro Chelsea Zhirkov, protagonista della fuga di campioni verso l'Anzhi come Eto'o e altri e ora alla Dinamo Mosca e il terzino destro Anjukov dello Zenit di Spalletti.

La frase del giorno - 19 Novembre 2013

"La vita è fatta di piccole solitudini, quella del portiere di più"
Fabien Barthez

18 novembre 2013

Verso Brasile 2014 - Belgio

Una delle possibili sorprese del prossimo Mondiale in Brasile, a mio avviso potrebbe essere il Belgio. Dopo un vuoto calcistico durato più di 10 anni (ultima partecipazione in Corea/Giappone 2002, ultimo Europeo in casa nel 2000), i Diavoli Rossi torneranno a calcare il palcoscenico mondiale con una formazione giovane, talentuosa e di tutto rispetto. Non mi aspetto di certo la vittoria, ma l'entusiasmo e le doti tecniche di questi giovanotti (molti naturalizzati dalle varie ex colonie africane) potrebbero portar gloria e soddisfazioni in patria e al loro C.T. Marc Wilmots, ex centrocampista, presente proprio in quell'ultima nazionale belga partecipante al mondiale (3 gol nelle 3 partite del girone, prima dell'eliminazione agli Ottavi col Brasile).
In porta troviamo il giovanissimo Courtois dell'Atletico Madrid, 21 anni, da due anni in prestito in Spagna ma di proprietà del Chelsea, in attesa che sfiorisca Cech. La sua alternativa è Mignolet del Liverpool, diventato titolare dei Reds dopo la partenza di Reina. La difesa è capitanata dal veterano Van Buyten del Bayern, ma registra altri nomi di spicco tra cui il capitano del City (e della nazionale in assenza di Van Buyten) Company, Vermaelen dell'Arsenal, Vertonghen del Tottenham, Aldeweireld dell'Atletico e Lombaerts dello Zenit. Gli esterni di difesa Pocognoli, Van Damme e Gillet, non hanno confermato le belle speranze che erano da giovani, ma restano comunque terzini di affidamento.

Maglie storiche - Livorno 2003

La maglia da un miliardo di lire: Lucarelli rifiuta lo stipendio da 1 miliardo del Toro ("Tenetevi il miliardo", la sua autobiografia), pur di giocare nella sua città e nella sua squadra: Livorno

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La frase del giorno - 18 Novembre 2013

"Il 1966 fu un grande anno per il calcio inglese. Nacque Eric Cantona"
Spot Nike

13 novembre 2013

Maglie storiche - Reggina 1999

La Reggina gioca per la prima volta in serie A nella stagione 1999/00 schierando un giovane Andrea Pirlo, in prestito dall'Inter

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Allenatori da giocatori - Walter Mazzarri

Walter Mazzarri, attuale tecnico dell'Inter ed ex Napoli, Reggina e Sampdoria tra le altre, è stato un centrocampista che ha trovato l'apice della sua carriera ad Empoli. Cresciuto nelle giovanili della Fiorentina e identificato come il possibile nuovo Antognoni, in realtà non ha mai trovato posto in maglia viola tra i professionisti, girando in prestito soprattutto i primi anni: Pescara (in B), Cagliari (in A) e poi Reggio Emilia (in B). Il suo arrivo a Empoli nel 1983 e la sua permanenza in Toscana per 5 anni rappresentano un passo molto importante per la sua carriera calcistica e per la storia della società toscana che in quel periodo viene promossa per la prima volta in serie A. Dopo due stagioni in A, lascia Empoli alla volta della Sicilia, ma significa anche scendere di categoria, perchè il Licata milita in B, dopo la brillante gestione Zeman che ve lo portò dalla C. L'esperienza siciliana non è delle migliori e allora si scende ancora di livello, passando al Modena in C1. In questa fase calante della sua carriera, si riscatta soltanto con l'esperienza all'Acireale, dove conquista la promozione in B. Finisce la carriera in C2 alla Torres a 34 anni e l'anno successivo passa a fare il vice di Ulivieri, prima a Bologna poi a Napoli. La brillante gestione della panchina amaranto a Reggio Calabria lo faranno risaltare alla cronaca, guadagnandosi via via palcoscenici sempre più importanti. Una curiosità: ovunque abbia allenato, non è mai stato esonerato.

Carriera da giocatore (fonte Wikipedia):
1981-1982→ Pescara Pescara26 (4)
1982→ Cagliari Cagliari4 (1)
1982-1983→ Reggiana Reggiana12 (1)
1983-1988Empoli Empoli91 (4)
1988-1989Licata Licata8 (0)
1989-1990Modena Modena21 (1)
1990-1991Nola Nola30 (3)
1991-1992Viareggio Viareggio11 (0)
1992-1994Acireale Acireale32 (1)
1994-1995Torres Torres9 (0)

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La frase del giorno - 13 Novembre 2013

"Il gol di Maradona a Messico '86 è il più bello, ma poteva segnarlo soltanto agli inglesi"
Omar Sivori

12 novembre 2013

Maglie storiche - N.Y. Cosmos 1976

La divisa della squadra in cui militarono Pelè, Chinaglia e Beckenbauer: i New York Cosmos

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Maglie storiche - Treviso 2005

Il Treviso alla prima (e unica) stagione in Serie A nel 2005/06

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La frase del giorno - 12 Novembre 2013

"Al Parma ci facevano una flebo prima delle partite, dicevano che erano vitamine. Il calciatore non fa domande, ma prima di entrare in campo ero capace di saltare fino al soffitto"
Matìas Almeyda

11 novembre 2013

Maglie storiche - Genoa 1992

Il Genoa è la prima italiana a espugnare l'Anfield, battendo in casa il Liverpool 1-2, dopo il 2-0 a Marassi e guadagnando la semifinale di Coppa Uefa 1991/92

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12° giornata in pillole - La Vecchia Signora a cavallo del Ciuccio

Catania-Udinese 1-0 Nonostante le premesse, l'anticipo del sabato è piuttosto spumeggiante. Il Catania è reduce da svariati naufragi, l'Udinese è la pallida controfigura di quella degli anni scorsi e per di più senza Di Natale. Nonostante qualche occasione per parte e un paio di pali colpiti dai friulani, la partita viene sbloccata da un rigore per fallo di Domizzi, realizzato da Maxi Lopez, che torna in gol in rossoazzurro dopo due anni, regalando la prima gioia a De Canio sulla panchina catanese.
Inter-Livorno 2-0 Potrebbe essere considerata Inter A Vs Inter B visto il numero di giocatori dell'Inter in prestito in amaranto, potrebbe essere considerata l'ultima partita della MorattInter, potrebbe essere considerata la partita del rientro di Capitan Zanetti dopo quasi 6 mesi di assenza, tutto questo era Inter-Livorno. Il risultato è sbloccato da una papera dell'ex Bardi che in uscita bassa su un cross riesce a buttarsela dentro da solo. Il Livorno fa fatica a opporsi e nonostante il dominio nerazzurro, il 2-0 arriva solo nel finale con una bellissima azione di Kovacic che serve Nagatomo che batte Bardi. Bentornato Javier.
Genoa-Verona 2-0 Prima o poi doveva finire la pacchia. Anche il Verona cede il passo e si ferma in casa di un Genoa in forma smagliante dopo la cura Gasperini. Matuzalem, smaltita la sbornia, si trasforma in uomo-assist e serve prima il vantaggio di Portanova di testa, poi quello di Kucka. Stranamente abulico, il Verona non trova mai il guizzo giusto dei suoi campioncini e colpisce soltanto un legno nel finale con Toni. Ridimensionati.
Atalanta-Bologna 2-1 Se uno dei problemi dello scorso anno del Bologna poteva essere il portiere, di certo quest'anno non sono cambiate le cose. Sorensen prova a lanciare Marilungo da solo davanti al portiere, peccato che giochino in squadre differenti: Marilungo ringrazia e calcia ai limiti dell'inguardabile, nulla di fatto. Ci pensa Brivio a trovare il gol con un bel diagonale mancino tirato da casa sua, poi dopo un paio di minuti è Cristaldo a colpire la traversa e permettere a Rolando Bianchi il tap-in vincente per il gol del pareggio. Ma quando sembra tutto finito, ecco un altro tiro da distanza siderale di Livaja, inspiegabilmente scappato a Curci in versione Zoff '78. Cambiate il citofono.
Cagliari-Torino 2-1 Anche in granata il portiere è in vena di scherzoni. Prima Padelli si fa trovare impreparato sul tiro di Daniele Conti, poi Immobile trova il pari con un diagonale sinistro. Quando tutto sembra orientato verso il pareggio, altra punizione bomba del figlio d'arte che sorprende il povero portiere granata e il Cagliari ritrova la vittoria dopo una serie di partite non molto fortunate. Bombardiere.
Chievo-Milan 0-0 In casa Milan vanno di scena i deliranti commenti di Galliani e Allegri del tipo "Non ho nulla da rimproverare ai ragazzi", "Ci è mancato solo il gol", "Se Robinho non avesse preso il palo", "Non abbiamo preso gol", ecc. Poco importa che di fronte ci fosse il Chievo ultimo in classifica, che Rigoni avesse calciato fuori un gol a porta vuota e che a Paloschi avessero annullato un gol per un fuorigioco di 1 millimetro. La scossa tarda ad arrivare e la media punti è da retrocessione. Patetici.
Parma-Lazio 1-1 Nella sfida tra le altalenanti del campionato, come è giusto che sia, non vince nessuno. Candreva in versione maratoneta, apparecchia la fuga del giovanissimo Keita che mette a sedere tutta la difesa del Parma, portiere compreso, e appoggia in rete in vantaggio laziale. Successivamente su azione d'angolo calciato da Sansone è il "giovanissimo" Capitan Lucarelli a trovare il gol del pari ducale. Un punto per uno non fa male a nessuno.
Roma-Sassuolo 1-1 Se la rigiocassero stamattina la partita finirebbe 5-0 per la Roma e invece siamo qui a commentare un 1-1 tutto sommato meritato dal Sassuolo che dal canto suo ha il merito di non aver mai mollato. La Roma si era pure portata in vantaggio con un'autorete di Longhi in stile Zaccardo contro gli Stati Uniti ai Mondiali del 2006 e poi ha sbagliato di tutto di più con chiunque si sia presentato dalle parti di Pegolo, bravo anche a chiudere la porta agli attacchi degli avversari se non altro, restando colpito solo dal fuoco amico. Quando tutto sembra orientato per uno striminzito 1-0, ecco che arriva la sorpresa che in casa Roma ricordano amaramente per le storiche Sampdoria e Lecce e al 94' in una mischia in area giallorossa, dove si capisce poco, Berardi trova il gol dell'insperato pareggio. Di Francesco torna profeta a Roma e la Juve si avvicina...
Fiorentina-Sampdoria 2-1 Uno dei due posticipi serali, mette di fronte una Fiorentina che veleggia nonostante le assenze e una Sampdoria in crisi nera. Delio Rossi sente il fiato sul collo di Zeman e la sua Samp naufraga contro lo scoglio viola. Prima Giuseppe Rossi realizza un rigore, poi lo stesso Pepito trova uno splendido sinistro a giro dal limite dell'area. E siamo solo appena dopo il primo quarto d'ora. Nel finale è Gabbiadini a trovare il diagonale giusto sull'imbeccata di Eder, con Neto che resta a guardare la palla insaccarsi sul primo palo. The show must go on.
Juventus-Napoli 3-0 Era il big match più atteso e di sicuro non ha deluso le attese...bianconere. Pronti via e un tiraccio di Isla destinato alla bandierina del calcio d'angolo trova il rimpallo di Tevez e il tap-in vincente di Llorente (in fuorigioco) per l'1-0 bruciante. Certo, iniziare la partita così non è proprio il massimo per il Napoli che comunque cerca di riprendersi, nonostante i suoi sporadici attacchi si infrangano sui guantoni di Buffon. Così si arriva al secondo tempo e Andrea Pirlo, dopo aver illuminato fino a quel momento il gioco bianconero, trova la maledetta e punisce Reina e compagni per il 2-0. Il 3-0 arriva con un Napoli ormai rinunciatario che lascia troppo spazio a Pogba che dal limite si alza il pallone e fulmina ancora una volta l'incolpevole Reina alla Henry. Llorente, Pirlo, Pogba, tripletta di parametri 0. Il ciuccio torna a casa con la coda tra le gambe.

La frase del giorno - 11 Novembre 2013

"Ci sono giocatori che si comprano la Ferrari, io con questi soldi mi sono comprato la maglia del Livorno"
Cristiano Lucarelli

09 novembre 2013

08 novembre 2013

Allenatori da giocatori - Andrea Mandorlini

Andrea Mandorlini, attualmente allenatore dell'Hellas Verona, è stato un difensore che ha raggiunto l'apice della sua carriera di calciatore nell'Inter. Cresciuto nelle giovanili del Ravenna, fa il suo esordio nel calcio professionistico con la maglia granata del Torino, anche se il suo esordio in Serie A avverrà solamente con la maglia dell'Inter. Dopo l'esperienza a Torino durata 2 anni, passa all'Atalanta, restandoci una sola stagione ma affermandosi già come titolare. Gioca solitamente come mediano anche ad Ascoli i tre anni successivi, fino alla grande chiamata a Milano. Ilario Castagner lo fa esordire in A nel 1985 contro l'Avellino e dopo un paio di stagioni in sordina, conquista anche la maglia da titolare nerazzurra. Nonostante il suo comportamento esemplare in campo, diventa famoso per un'entrataccia su Buriani che gli causa la rottura della gamba. Diventa parte integrante anche dell'Inter dei record di Trapattoni che lo schiera come libero e nella stagione 1988/89 stravince il campionato. Gioca spesso ancora l'anno successivo poi lentamente scompare dal giro dei titolari, facendo comunque parte della rosa che nel 1990/91 vinse la coppa Uefa in una finale tutta italiana contro la Roma. Nel 1991 si trasferisce a Udine e dopo due anni in Friuli pone fine alla sua carriera da calciatore per dedicarsi alla panchina. Dallo spezia in C1 comincia la sua ascesa verso palcoscenici più rilevanti, passando da Vicenza, Bergamo e Bologna fra le altre. Dopo la fallimentare stagione a Sassuolo emigra in Romania dove vince col Cluj campionato e coppa nazionale. E ora l'Hellas...

Carriera da giocatore (fonte Wikipedia):
1978-1980Torino Torino27 (0)
1980-1981Atalanta Atalanta34 (1)
1981-1984Ascoli Ascoli73 (5)
1984-1991Inter Inter180 (9)
1991-1993Udinese Udinese42 (2)
Nazionale
1980Italia Italia U-211 (0)

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La frase del giorno - 8 Novembre 2013

"La squadra sta per compiere quel gradino per mettersi sullo stesso pianerottolo delle altre"
Giovanni Trapattoni

07 novembre 2013

Stadi - Ibrox

Nome originale: Ibrox Stadium
Città: Glasgow
Inaugurazione: 1899
Dimensioni: 105 x 69
Capienza: 51.082
Squadra: Rangers
Partite da ricordare: Old Firm, Rangers-Fiorentina 0-2 (1961)

Costruito nel 1899 con il nome di Ibrox Park, prende il nome dal quartiere della città di Glasgow dove sorge. Da quando è stato costruito, questo impianto ospita le partite casalinghe dei Rangers, storica squadra scozzese fallita di recente, che ha ricominciato la sua ascesa al calcio che conta dalla quarta divisione. La struttura iniziale era di forma ovale e non molto adatta forse, strutturalmente parlando, a eventi di portata troppo 'popolare', tant'è che nel 1902, il crollo di una tribuna di legno sorretta da una struttura di acciaio, la West Stand, durante un match tra Scozia e Inghilterra, determinò la morte di 26 persone e più di 500 feriti. Insomma, la sicurezza negli stadi non è mai stata eccelsa, ovunque si vada. Dopo l'accaduto, la West Stand venne demolita e rimpiazzata da una costruzione in muratura e cemento armato, di sicuro più affidabile. Nel 1929 venne costruita la tribuna centrale che è tutt'ora presente ed è considerata una delle migliori costruzioni architettoniche in ambito sportivo.
Nonostante tutti i lavori di restauro e tutti gli investimenti fatti in termini di sicurezza, l'Ibrox ha forse il record di peggior impianto del Regno Unito proprio in questi termini. Nel 1961 due tifosi morirono in seguito al crollo di una balaustra, altri si ferirono in incidenti vari negli anni successivi fino a che nel 1968 la tribuna prese addirittura fuoco. Il peggio si raggiunse durante l'Old Firm del 1971: il derby tra Rangers e Celtic è sempre stato molto sentito da squadre e tifoserie e vede di fronte, oltre che due rivali per il titolo, soprattutto due culture contrastanti, cattolici (Celtic) contro protestanti (Rangers). Quell'anno il Celtic si portò in vantaggio all'Ibrox all'89' e molti spettatori decisero di guadagnare anticipatamente l'uscita. Il gol del pari nei minuti di recupero, come quanto accaduto al Luzhniki, fece tornare indietro molta gente, per unirsi alla festa e ai cori per il gol segnato. L'affollamento su una scalinata fece si che questa cedette e 66 persone morirono schiacciate. Dopo questo ennesimo incidente, la dirigenza prese provvedimenti ancora più ingenti e sulla base del Westfalenstadion di Dortmund, ridisegnò lo stadio che passò dalla forma ovale a quella rettangolare di oggi. Dopo i lavori di restauro del 1997, il nome dello stadio passò da Ibrox Park a quello attuale, conosciuto come Ibrox Stadium.
L'unica finale di una competizione europea che sia mai stata ospitata in questo impianto è stata la finale di andata della prima edizione della storia della Coppa delle Coppe, nella stagione 1960/61, che vedeva di fronte i Rangers e la Fiorentina. A Glasgow i viola si imposero con il risultato di 0-2, grazie alla doppietta di Luigi Milan e consolidando il risultato anche al ritorno a Firenze, si aggiudicarono il primo trofeo. In seguito a questa impresa storica, gli undici della Fiorentina scesi in campo si guadagnarono il soprannome di "Leoni di Ibrox".