23 giugno 2013

Il curioso caso di Brian Clough

La seconda puntata dei nostri profili insolitamente fenomenali vede protagonista Brian Clough. Suggerito da Roberto Goletto, probabile prossima firma del blog, andiamo a dare un'occhiata all'eccellente carriera di questo semi-sconosciuto (almeno in Italia) giocatore-allenatore.
Brian Clough nasce a Middlesbrough, dove inizia a giocare a calcio passando dalle giovanili alla prima squadra cittadina a 20 anni, in Second Division (attuale Championship, la Serie B inglese). Gioca nel Middlesbrough 6 stagioni, tutte in Second Division mettendo segno la bellezza di 197 gol in 213 presenze! Nel 1961, quando il Tottenham di Jimmy Greaves (41 gol quell'anno) vince la First Division (attuale Premier League) passa al Sunderland per 55.000£ ma resta sempre in Second Division. Al Sunderland giocherà solo 3 anni, anche se in realtà la sua carriera si chiude prima, in seguito a uno scontro col portiere sul campo ghiacciato che gli causerà la rottura dei legamenti del ginocchio, cosa che al tempo voleva dire solo una cosa: carriera finita. Fino al momento dell'infortunio, avvenuto in dicembre, Clough aveva già segnato 24 gol in campionato, portando la squadra a una possibile promozione in First.
Brian non giocherà mai in massima serie in Inghilterra. La sua carriera termina prematuramente a soli 29 anni (un po' come Van Basten). Nel Sunderland il suo score è di 54 gol in 61 partite, anche qui impressionante, per un totale di 274 presenze e 251 gol in campionato. Nonostante la sua carriera nelle retrovie del campionato inglese, riesce anche a collezionare 2 presenza in Nazionale, senza però segnare. Il record che però il calcio inglese gli può riconoscere è quello della miglior media gol/partita della storia del calcio inglese (non britannico perchè in Scozia risulta secondo dietro Jimmy McGrory) con l'invidiabile media di 0,916 gol a partita in un campionato comunque difficile come quello degli 'inventori' del calcio.
Ma non è tutto qui. L'anno dopo il suo infortunio, Clough passa al ruolo di allenatore e dopo una prima esperienza, arriva sulla panchina del Derby County, la sua squadra del cuore. La squadra viaggia nella metà alta della classifica della Second per qualche anno, fino alla promozione in First nel 1969. Un traguardo per Brian, che arriva in First per la prima volta, ma da allenatore. Dopo 3 anni vince addirittura il titolo e in una polemica Semifinale di Coppa Campioni persa contro la Juventus si fa riconoscere per il suo atteggiamento irascibile, scostante e scontroso, guadagnandosi le critiche dei giornali italiani e inglesi, soprattutto per le sue affermazioni extra-calcistiche: No cheating bastards will I talk to; I will not talk to any cheating bastards! (Non voglio parlare con nessun bastardo impostore), riferito ai giornalisti italiani.
Dopo il Derby, da segnalare la sua permanenza sulla panchina del Leeds di Joe Jordan per soli 44 giorni, durante i quali viene accusato di voler far retrocedere la squadra e, vittima dell'ammutinamento dei giocatori, viene esonerato. La storia di questa avventura al Leeds è raccontata nel film tratto da un romanzo, intitolato "Il maledetto United". Ma questa è solo la premessa per la vera grande avventura di Brian Clough da allenatore. Infatti nel 1975 sbarca a Nottingham, di nuovo in Second Division, con il Forest. In due anni ottiene la promozione e al primo anno di First vince subito il titolo. Non finisce qui, perchè nei due anni successivi si aggiudica addirittura due Coppe dei Campioni consecutive con la squadra di Robin Hood. Resta 18 anni sulla panchina del Forest, fino al 1993, chiudendo la carriera di allenatore con la retrocessione. Muore di tumore nel 2004, tormentato dalle polemiche soprattutto per alcune sue dichiarazioni omofobiche su Justin Fashanu, morto suicida dopo aver dichiarato pubblicamente la sua omosessualità, primo giocatore ad averlo fatto.
Insomma, per farla breve, un fenomeno in campo, anche se solo in Second Division, un fenomeno in panchina, avendo vinto tutto senza mai allenare squadre di prima fascia, un burbero scontroso e un tantino intollerante fuori dal mondo del calcio. Un curioso caso.

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