01 luglio 2013

Confederation ai voti

Si è conclusa la Confederation Cup brasiliana con la vittoria dei brasiliani. C'era da aspettarselo? Sì. Direi che questo torneo potrebbe essere uno spunto di quello che ci sarà da aspettarsi al prossimo mondiale.
Brasile voto 9: un assaggio del mondiale 2014. Pubblico trascinante e gioco alla sudamericana, quindi aspettatevi numeri funambolici, gomiti alti, qualche tacchettata di troppo e molta 'televisione'. Questo Brasile gioca col cuore, come se ogni partita fosse la cosa più importante del mondo (fuori dallo stadio non sono molto d'accordo) e ricorda un po' quello degli anni '80: è l'opposto di quello che ci si aspetta di solito, fortissimo in difesa e a centrocampo, scarsino in attacco (Fred e Jo). Fred si è riscoperto bomber in questo torneo e nel campionato Brasileirao, di sicuro non è l'aborto del Lione che in Europa ricordiamo, vedremo se dura fino al Mondiale. Neymar ha mostrato numeri d'alta scuola e sceneggiate da cineteca, avrà forse vita facile in Spagna, ma di certo non in Europa (i difensori italiani e inglesi lo segano al primo tuffetto scenografico). Quello che sorprende del Brasile sono i giocatori che Scolari si permette di lasciare in panchina: Lucas Moura e Dante (che quest'anno ha vinto tutto quello che ha giocato considerando il Triplete col Bayern) su tutti, molti dei giocatori in rosa tra l'altro giocano in patria e in casa sono quasi imbattibili. Qualcosa è cambiato.
Spagna voto 5: si è rotto il giocattolino? Forse sì. Diciamocelo, il tiki taka era diventato veramente stucchevole e noioso e forse il 2013 sarà ricordato per l'anno in cui gli spagnoli non hanno vinto niente (Under 21 a parte): il Barcellona non vince la Champions, la Spagna non vince la Confederation Cup. Le cause secondo me derivano dalla scarsa competitività della Liga che da ormai quasi 10 anni è un campionato a due squadre: 8 giocatori della formazione tipo sono del Real Barça. Torres (capocannoniere del torneo grazie ai 4 gol contro Tahiti) non è all'altezza di sostenere l'attacco delle Furie Rosse, quindi forse meglio riproporre il falso nueve. Hulk/Neymar e Giaccherini/Candreva hanno dimostrato che agli spagnoli viene il torcicollo quando gli avversari giocano sulle fasce. Colpiti di fortuna in Semifinale nel passaggio del turno contro l'Italia. Noiosi.
Italia voto 8: siamo arrivati in Brasile alla canna del gas, sembrava una squadra di anziani che svernano al mare e invece come nostro solito (vedi ultimi Europei) ci svegliamo quando il gioco si fa duro. Contraddico me stesso quando tempo fa criticavo la presenza di Giaccherini, poco utilizzato in campionato; quindi sollevo ora la questione opposta: Giaccherini merita di fare panchina alla Juve? El Sharaawy ha continuato la sua strana parabola discendente del 2013, De Rossi è un signor giocatore senza la maglia giallorossa, Candreva si è riscoperto fenomeno nascosto e dietro, la solida difesa della Juve in Serie A ha preso forse qualche gol di troppo; tolto Balotelli siamo veramente senza attaccanti (Gilardino arranca e Giovinco fuori luogo), attacco Made in Italy cercasi. Condottieri.
Uruguay voto 7: squadra dall'enorme potenziale offensivo. Stop. Direi che senza un maestro come Tabarez questa squadra farebbe veramente poco. Suarez e Cavani non possono trascinare da soli tutta la squadra. Nel girone al posto del Messico avrebbero avuto vita dura ma comunque hanno messo in difficoltà il Brasile in Semifinale. Stoici.
Tahiti voto 10: non ci si aspettava niente da loro ma hanno comunque regalato sorrisi, ironia e autoironia. A volte il premio di farli partecipare a questi tornei per regalargli un palcoscenico come i grandi del calcio, si può trasformare in un'agonia, sommergendoli di gol. Simbolici.
Messico voto 4: il Messico delle belle speranze si infrange in un girone difficile, chiunque fosse finito nel girone di Tahiti sarebbe passato, ma il Messico del Chicharito Hernandez, di Giovani Dos Santos e Vela è veramente poca roba. Evanescenti.
Giappone/Nigeria voto 6: voto di consolazione, il Giappone tira fuori le katane solo contro l'Italia, anche se sono una squadra in forte crescita e potrebbero veramente togliersi qualche soddisfazione nel medio periodo. La Nigeria mostra la crisi del calcio africano. Pochi nomi degni di nota, rosa quasi del tutto sconosciuta. Rivedibili. 

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