07 agosto 2013

Re Gica, il Maradona dei Carpazi

di Fabio Freez
Nel 1965, in un piccolo borgo della campagna romena nasce Gheorghe, il più piccolo dei fratelli della famiglia Hagi.  Qui inizia a dare i primi calci: dapprima con un pallone fatto con una vescica di porco, poi con un pallone creato dal nonno con delle crine di cavallo. Dovrà aspettare sei anni per ricevere in dono da sua madre un pallone di gomma.
Nell'aprile 1975, a 10 anni, ha il primo contatto col il calcio vero nella squadra della sua città, il settore giovanile del Farul Constanza e sette anni piu tardi debutta in Divizia A. Già a 18 anni il promettente Gica indossa la maglia Tricolorii della nazionale rumena e, solo due anni più tardi, il 16 ottobre 1985 ne diviene il capitano. Dapprima destinato alla Dinamo Craiova, diventa invece una colonna dello Sportul Studentesc di Bucarest dove colleziona 65 goal in 107 presenze. Le sue prestazioni fanno gola alla neo-campione d'Europa Steaua Bucarest, squadra in cui rimane fino al 1989 vincendo 5 trofei nazionali ed arrivando in finale di Coppa Campioni contro il Milan nel 1989. Sempre nel 1989, la rivista italiana 'Guerin Sportivo' lo premia col titolo di giovane più promettente, il giovane talento non dorme sugli allori ed il 1990 rappresenta l'anno di conferma a livello internazionale: il 'Maradona dei Carpazi' porta la Romania agli ottavi di finale nel Mondiale di calcio e debutta con la maglia del Real Madrid.
Purtroppo coi blancos delude le attese e dopo le due stagioni di transizione al Brescia, il 1994 rappresenta l'apice della sua carriera con la maglia della nazionale romena: ottima vittoria contro l'Argentina e la Romania è fra le 8 più grandi del mondo. I suoi 3 goal ad USA '94 portano la Romania ad un passo dalle semifinali (perderanno contro gli svedesi soltanto ai rigori).
I deludenti anni al Barcellona vengono ricompensati con una nuova giovinezza in terra turca. Al Galasataray ritrova una nuova giovinezza e la fama di vincente oltre ai 4 scudetti e le 2 coppe turche da annoverare la qualificazione ai Mondiali Francesi del 1998 (anche l'ultima qualificazione ai mondiali per la nazionale rumena); anche in Europa  il suo contributo è determinante: a suon di gol porta la squadra di Instabul a vincere la Coppa Uefa nel 2000.
Si ritira l'anno seguente, a 36 anni con un bottino di 237 goal in 516 partite. L'ex-centrocampista Luis Fernández, campione d'Europa con la Francia nel 1984, in un intervista dichiarò che Hagi è come il vino, più invecchia, piu migliora. Il carismatico ragazzo della Dobrogia, leader incontestabile della nazionale rumena insieme a Munteanu, Petrescu, Stelea e Raducioiu, è stato decisivo nei piu grandi successi della storia della Nazionale. Infatti, oltre ai già citati mondiali, nella sua longeva carriera partecipa anche a 3 campionati europei (Francia '84, Inghilterra '96 e Belgio/Olanda 2000) raccogliendo successi indimenticabili contro squadre di grande tradizione come il rocambolesco 3-2 contro l'Inghilterra. 
In una Romania che aveva ancora nelle mani il sangue della rivoluzione contro il regime comunista del Conductator Ceausescu, le giocate di Hagi e le vittorie della nazionale rappresentavano, oltre ad un momento di gioia nelle piazze, un nuovo collante sociale dell'unità nazionale.
Hagi è stato il classico numero 10, ma all'ottima visione di gioco univa un'indole da finalizzatore degna di nota. Non dotato di una velocità rimarchevole e di un fisico assolutamente nella norma (174 cm di altezza), compensava questa lacuna col senso della posizione, il potente tiro da fuori, assist millimetrici e 'sassate' su punizione anche dalla notevole distanza.
I numerosi premi individuali sottolineano l'alto livello di questo sportivo che ha fra i suoi rimorsi più grandi quello di non essere riuscito a dare da commissario tecnico della Selectii Romaneasca quello che era riuscito a dare come regista.

Uno dei suoi gol a USA '94, pallonetto da 35 metri contro la Colombia di Valderrama:


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