11 settembre 2013

Potete chiamarlo Stan

Chiamatelo pure Stan, anche se il suo vero nome è Stiliyan. Stiliyan Alioshev Petrov, ex giocatore di Aston Villa, Celtic e Bulgaria ed ex giocatore e basta. Petrov gioca infatti la sua ultima partita della carriera coi Villans il 24 marzo 2012 contro l'Arsenal, partita persa per 3-0. Ma come si suol dire in questi casi, è proprio in quel momento che ha inizio la partita più importante della sua vita, quella contro la leucemia. Sì perchè a Stan Petrov gli viene diagnosticata una leucemia acuta in seguito a un malore al termine della partita contro i Gunners. Petrov lascia il calcio giocato a 33 anni non ancora compiuti, da capitano dell'Aston Villa, anzi da skipper, come veniva definito, simboleggiandolo come il comandante di un equipaggio di una barca a vela.
La sua è stata una discreta carriera: centrocampista dotato di un tiro micidiale soprattutto dalla lunga distanza, viene scoperto nella squadra del suo paesino in Bulgaria dall'ex stella della nazionale, Dimitar Penev, compagno di squadra di Stoichkov nella spedizione americana dei mondiali '94 in cui la Bulgaria arrivò addirittura quarta. Penev porta il giovane Stiliyan al CSKA Sofia dove gioca tre anni vincendo un campionato e una coppa nazionale, fino alla sua esplosione e al passaggio al Celtic di Glasgow nel 1999, a soli 20 anni. Quella con gli scozzesi a righe orizzontali è sicuramente la consacrazione del suo talento. Resta a Glasgow per ben 7 anni, collezionando 312 presenze e segnando ben 65 reti, 4 campionati, 3 coppa di lega e 3 coppe nazionali e decimo posto nella classifica dei cannonieri più prolifici della storia della Scottish Premier League. Non male per un centrocampista e merito anche del mister Martin O'Neill che gli ritagliò un ruolo fondamentale in squadra.
La sua stagione migliore è quella 2002-03 nella quale riesce a mettere a segno ben 14 reti, la sua stagione più prolifica, e a raggiungere la finale di Coppa Uefa, persa poi contro il Porto di Mourinho. Nel 2005-06 finisce il rapporto quinquennale tra O'Neill e il Celtic, con l'allenatore che passa all'Aston Villa e l'arrivo al Celtic di Gordon Strachan. La stagione successiva Petrov sembra destinato all'addio in Scozia ma nonostante le numerose richieste comincia la stagione a Glasgow. Dopo solo 3 partite arriva l'ufficialità: Petrov passa all'Aston Villa del maestro O'Neill.
I primi due anni in Inghilterra sono un po' altalenanti, caratterizzati spesso da infortuni. Nel 2008 torna il miglior Petrov: realizza il più bel gol di quella stagione, con un tiro al volo da metà campo contro il Derby County, indossa per la prima volta la fascia di capitano (con gol) e viene eletto miglior giocatore della squadra dai suoi tifosi. Nel 2009 il ritiro dell'ex milanista Laursen e la cessione di Barry, rendono ufficiale la cosa: Petrov è il nuovo capitano dell'Aston Villa. Nel 2010 altro avvicendamento in panchina, via O'Neill, arriva Houllier, ma Stan viene confermato capitano, anzi, Skipper della squadra e celebra nel 2011 le 200 presenze nell'Aston Villa con uno splendido gol da fuori area sotto il sette.
In nazionale colleziona 106 presenze, diventandone anche il capitano, nonostante l'interruzione dopo le polemiche sotto la guida di Stoichkov e la nomina di Berbatov e il reintegro dopo i chiarimenti con l'ex Parma e Barcellona.
La sua carriera prosegue senza troppi clamori fino a quella sfortunata partita contro l'Arsenal e il malore che gli fecero scoprire di essere affetto da leucemia. Si faceva chiamare Stan, visto che Stiliyan lo sbagliavano sempre, scrivendo "Stilian", come spiegò nella sua autobiografia del 2005. Dopo il ritiro ("D'ora in poi lotterò per la mia vita. Comincia una nuova fase della mia esistenza e io lotterò") si ripresenta allo stadio Villa Park in occasione del match contro il Chelsea e al 19° minuto, 19 come il suo numero di maglia, riceve il saluto dei suoi tifosi con un boato dello stadio. Sancisce l'addio al calcio giocato con una partita tra vecchie glorie della nazionale bulgara e dell'Aston Villa come Stoichkov, Berbatov e Sirakov da una parte e Kinsella e Small dall'altra.
Anche il Celtic ha voluto concedere un tributo al suo ex beniamino, perchè d'altronde come dice l'inno del Celtic (e del Liverpool), una volta che diventi uno di loro non camminerai mai da solo. Buona fortuna Stan.

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