19 novembre 2013

Quando la Spagna non vinceva nulla

Ma ve lo ricordate quando la Spagna non vinceva nulla? Prendendo spunto da uno scambio di battute nato su Twitter, facciamo una piccola analisi di quella Spagna che fu, quella che non vinceva mai niente, quella eternamente incompleta. Certo oggi la ricordiamo come la squadra imbattibile, quella che ha vinta due Europei di fila, che ha vinto i Mondiali in Sudafrica, che domina in Europa col Barcellona di praticamente metà dei suoi giocatori. Riprendendo gli almanacchi però, andiamo alla riscoperta di quella nazionale che non faceva così tanta paura, che non era poi così imbattibile, nonostante in Europa Real Barcellona qualche successo lo mettessero in bacheca, forse anche merito del mercato estero.
La Spagna è la vincitrice delle ultime due edizioni degli Europei: 2012 in Polonia/Ucraina travolgendo in finale l'Italia e 2008 in Austria/Svizzera, battendo la Germania in finale e dell'ultimo Mondiale in Sudafrica, 1-0 sull'Olanda. Prima di allora il vuoto, fino a risalire alla vittoria di Suarez e compagni all'Europeo del 1964 in casa propria e prima ancora un misero quarto posto nei mondiali del 1950 in Brasile. Per assurdo, la vittoria casalinga sancisce un momento di buio del calcio spagnolo che durerà per ben 12 anni, dal 1966 (eliminata al Primo Turno in Inghilterra) fino al 1978 (eliminata al Primo turno in Argentina). In questo periodo, la nazionale spagnola non riuscì a qualificarsi a tre edizioni degli Europei e a due Mondiali. Nemmeno il Mundialito del 1982 servì a rivitalizzare le Furie Rosse, che vennero eliminate al secondo girone, arrivando ultime dopo Germania e Inghilterra.
Arriviamo quindi al secondo posto agli Europei del 1984 in casa della Francia campione: era la squadra di Victor Muñoz, Santillana, Butragueño e Gallego. Tutti buoni giocatori ma forse non propriamente fenomeni, infatti il tabellino di marcia è piuttosto eclatante: 1 vittoria, 3 pareggi e una sconfitta (2-0 in finale). Da qui si scende di nuovo, subito eliminata in Germania nell'edizione successiva dell'Europeo e nemmeno qualificata all'edizione del '92 con la Danimarca campione d'Europa; da qui in poi riesce a raggiungere al massimo il traguardo dei Quarti di finale in quasi tutte le competizioni, con qualche piccola eccezione. A Usa '94, la squadra si arrende contro l'Italia di Baggio, poi finalista, nonostante già schierasse una serie di giocatori piuttosto importanti: Guardiola, Salinas, Luis Enrique (senza il gomito di Tassotti), Hierro, Nadal. Francia '98 invece è un buco nell'acqua: la Spagna viene eliminata al primo turno in un girone che sulla carta non era nemmeno dei più impegnativi. Sconfitta all'esordio da una sorprendente Nigeria, non va oltre lo 0-0 con il Paraguay. La vittoria per 6-1 sulla Bulgaria serve solo alle statistiche, perchè le Furie Rosse sono terze nel girone e di conseguenza eliminate.
L'anno 2000 sembra sia l'anno della Spagna: la finale di Champions è tutta di marca spagnola perchè si affrontano Real Madrid e Valencia, con la vittoria dei Blancos per 3-0 (Morientes, McManaman, Raul). L'Europeo che si svolge in concomitanza tra Belgio e Olanda potrebbe coronare un anno magistrale per il calcio spagnolo. Il girone è anche piuttosto abbordabile ma la Spagna riesce comunque a complicarsi la vita da sola: sconfitta subito alla prima partita con la Norvegia di Iversen, riesce a recuperare battendo Slovenia e Jugoslavia (con un rocambolesco 4-3, 2 Alfonso, Munitis, Mendieta) e a qualificarsi come prima nel girone. Ai Quarti arriva la Francia di Zidane ed è 2-1, a nulla serve il rigore di Mendieta, Spagna eliminata.
La sconfitta "premeditata" contro la Corea del Sud nel 2002 arriva dopo un girone stravinto a punteggio pieno. La squadra di Raul, Morientes, Hierro e Valeron sembra lanciata in maniera positiva, ma l'1-1 con l'Irlanda agli Ottavi, vinti poi ai rigori, frena gli entusiasmi e la sconfitta ai rigori contro i coreani li spegne del tutto. E dire che già si intravedevano Puyol, Xavi e Casillas. Segnali negativi che vengono confermati anche agli Europei del 2004 in Portogallo, dove la squadra non supera nemmeno il girone, arrivando terza dietro i padroni di casa e la Grecia, futura campione. Sono gli ultimi sussulti di una squadra eternamente incompiuta, che ai Mondiali tedeschi del 2006 osserva l'Italia vincere a Berlino fermandosi agli Ottavi, nonostante quell'anno il Barcellona torni a vincere la Champions dopo 14 anni, con una squadra sostanzialmente basata su giocatori spagnoli. Le Furie Rosse schierano Villa, Fabregas, Xabi Alonso, Reyes, Senna e Torres oltre ai soliti noti. Travolgono l'Ucraina 4-0, la Tunisia 3-1 e 1-0 l'Arabia Saudita nel girone. Agli Ottavi c'è di nuovo la Francia, una sorta di bestia nera: nonostante il rigore del vantaggio di Villa, i transalpini vincono 3-1 e spediscono a casa gli spagnoli. Tutto rimandato al 2008, da lì la storia è ormai nota.

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