Tempo fa il giornalista uruguaiano Eduardo Galeano scrisse che un uomo può cambiare diverse cose nella propria vita ma mai la propria squadra di calcio. Certamente nessuno metterebbe mai questo assioma in discussione, ma cosa succederebbe se una squadra di calcio cambiasse i propri colori? La domanda potrebbe sembrare stupida, ma la risposta potrebbe altrettanto risultarvi scioccante: è successo e nemmeno tanto lontano da noi. Vi ricordate le polemiche per la terza maglia dell'Inter, quella rossa con i bordini neri che ricordava tanto i colori dei cugini? In questo caso invece parliamo dei colori sociali di un club, quelli ufficiali della prima maglia.
Siamo a Cardiff, capitale del Galles: la squadra cittadina nel 2010 viene acquistata da un ricco imprenditore malese, Vincent Tan, come spesso accade ultimamente nel calcio, in Gran Bretagna soprattutto. Grazie ai suoi investimenti, nel 2012 la squadra ottiene una storica promozione in Premier League che mancava da 51 anni (anche se gallese, il Cardiff gioca nel campionato inglese). Lo storico successo porta il presidente a un'innovazione radicale del club: addio al blu, si passa al rosso. Si tratta esclusivamente di una questione di marketing, d'altronde parliamoci chiaro, il business è fatto dal merchandising e il calcio è ormai soprattutto una questione di business, soprattutto se sei un imprenditore straniero. Questo significa che dalla stagione 2012-13, il Cardiff cambia colori, cambia stemma (dalla sialia, l'uccellino azzurro, al drago rosso), cambia sponsor (con ovvi riferimenti alla proprietà) e si presenta davanti ai suoi tifosi con un'insolita maglia rossa, rossa come il Galles, rossa come il drago simbolo nazionale.

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